
Per potenziare la creatività e la capacità di risolvere problemi devi coltivare tre abilità. In primo luogo, hai bisogno di una mente calma, aperta e disciplinata, che possa raccogliere e integrare nuove idee e informazioni. In secondo luogo, devi notare le nuove idee create dalla tua mente e comprenderne il significato. Terzo, ti servono coraggio per seguire le tue idee ovunque dovessero condurti e resilienza per affrontare gli inevitabili contrattempi e le critiche del prossimo.
Così esordisce Penman nel suo libro, L’arte della mindfulness. Come liberarsi dalle abitudini mentali e sviluppare creatività. Lo fa attraverso tre pratiche classiche: la consapevolezza del respiro, La meditazione su suoni e pensieri, quella che lui chiama “la meditazione di resilienza” e, infine la “meditazione di visione profonda”
Cos’è la meditazione di resilienza? Penman la descrive così
[box] La meditazione di resilienza consta di cinque fasi. Ti invita a indirizzare sentimenti di calore, gentilezza e compassione a una persona cara e a soffermarti su questo per un po’. Poi ti chiede di trasferire questi sentimenti su te stesso, e infine su una cerchia sempre più ampia di altre persone. Tradizionalmente si comincia questa meditazione portando gentilezza amorevole a se stessi e poi trasferendola su una persona cara. Noi cominceremo dirigendo questi sentimenti verso una persona cara e poi li rivolgeremo su noi stessi. Invertiamo la direzione perché molti trovano difficoltà a portare gentilezza amorevole a se stessi. Potresti avere la sensazione che il linguaggio della meditazione di resilienza sia un po’ troppo morbido e talvolta nebuloso. È voluto. Le parole cercano di trasmettere un’emozione, quindi sono necessariamente imprecise. Praticando questa meditazione, cerca di entrare in contatto con lo spirito che la permea, non di focalizzarti sull’esatto significato dei termini. Se dovessi renderti conto che la morbidezza del linguaggio ti allontana, ricorda che questa reazione proviene dal tuo giudice interiore: la parte di te che fa di tutto per temprarti, per renderti abbastanza forte da sopravvivere in un mondo ostile. È comprensibile che si comporti così. Si sta impegnando per proteggerti, costruisce muri per tenerti al riparo dalla debolezza. Perciò, se accadesse, riconosci gentilmente l’aiuto che questa parte di te sta cercando di darti e sorridi con tenerezza a te stesso. Focalizzati sui pensieri e sui sentimenti che ti sgorgano spontaneamente dentro e quindi guardali mentre si dissolvono. Poi, sarai pronto a rientrare in contatto con il calore e la gentilezza della meditazione. Sono questi sentimenti di calore e gentilezza il fulcro della meditazione, e sono molto più importanti delle parole che ti è richiesto di dire a te stesso; ricordalo mentre pratichi. In un certo senso, questa meditazione è diversa dalle altre che invitano a osservare la tua mente e il mondo che ti circonda senza cercare di cambiare nulla; ti invitano ad accettare quello che trovi, con tutta la gentilezza e la curiosità che riesci a chiamare a raccolta.”
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Di fatto quella che Penman chiama meditazione di resilienza è una meditazione di gentilezza amorevole che inverte la nostra idea che difendersi sia sempre la cosa migliore, Ci dice che amare è la cosa migliore e che questa disponibilità e apertura coltiva la nostra creatività!
© Nicoletta Cinotti 2022 per la Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”