
In molti momenti possiamo accorgerci che la nostra mente è persa in una sorta di vagabondaggio: raccoglie stimoli a qua e là. Vaga, per l’appunto, senza una direzione precisa. Non è qualcosa che facciamo solo durante la pratica di mindfulness, lo facciamo in qualsiasi momento solo che, durante la pratica , possiamo esplorare la sensazione che si accompagna a questo vagabondare. Spesso è una sensazione di vaghezza: a volte piacevole e a volte spiacevole. Può darci un senso di libertà ma può anche trasformarsi nella sensazione di disorientamento che proviamo quando abbiamo perso una direzione. Questo vagare assomiglia al muoversi in una città senza una direzione conosciuta, pronti a cogliere uno scorcio piacevole e a soffermarsi. Ecco il punto è proprio lì.
Soffermarsi, non lasciare che questo vagare rimanga, leggero e senza radici, tutto il tempo. Perchè, per assaporare quello che sta succedendo, abbiamo bisogno di soffermarci per un tempo più lungo. Quel soffermarsi assomiglia alla concentrazione: diventa concentrazione. Più tempo sostiamo, più l’esperienza diventa profonda, più ne conosciamo i contorni e le sfumature. Così il vagabondare precedente ha avuto il senso di portare la nostra attenzione su qualcosa di nuovo, fuori dai binari consueti. Ma senza quel soffermarsi non saremmo riusciti ad andare in profondità.
È quella sosta che trasforma il nostro vagabondare in un pellegrinaggio: quando vaghiamo niente ci cambia. Siamo noi che cambiamo – metaforicamente o fisicamente – luogo. Quando ci soffermiamo trasformiamo il nostro andare in un pellegrinaggio perchè lasciamo che quella conoscenza, quell’incontro, quello stimolo, ci renda diversi. È questo il potere dell’attenzione: facendoci soffermare svela ai nostri occhi il segreto di quello che abbiamo incontrato.
C’è un detto – credo ebraico – che dice che se viaggi senza cambiare sei un nomade. Se cambi senza viaggiare sei un camaleonte. Se viaggi e il percorso ti cambia sei un pellegrino. Verso una psicoterapia contemplativa
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2018 Tutti attenti?!
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