
Ovvero Lovingkindness in azione
La gentilezza amorevole nella pratica di mindfulness è il tema della Newsletter di questa settimana. È una delle pratiche più ricche e complesse, nella sua apparente semplicità, della mindfulness. È semplice perché la ripetizione delle frasi di Metta – la parola Pali per Lovingkindness – è come una silenziosa preghiera che ripetiamo dentro di noi. E questo rende più difficile distrarsi. È semplice perché ci invita a lasciar emergere l’amore che abbiamo per noi stessi e per gli altri, aprendoci ad un clima di gentilezza amorevole.
È difficile per altrettante ragioni: forse perché possiamo accorgerci che c’è superficialità nel nostro amore. Forse perché ci accorgiamo di non essere disponibili ad allargarlo agli estranei. Forse – soprattutto – perché la pratica di Metta o Lovingkindness, ci invita a ribaltare alcune convinzioni che sono radicate nella nostra cultura.
- La prima convinzione è che l’amore verso se stessi sia una forma di egoismo o narcisismo . Se siamo egoisti pensiamo di non aver bisogno di fare Metta. Se non lo siamo pensiamo che non sia necessario fare Metta. In realtà rompere il cerchio di ferro che mettiamo attorno al cuore per impedirci di provare compassione per noi stessi è una cosa tanto difficile. Difficile perché fa fiorire le lacrime
- La seconda convinzione è che l’amore verso le persone che amiamo sia scontato. Non lo è. Niente di meno scontato dell’amore in una famiglia, in una coppia. Ogni amore ha infinite sfumature di non-amore che nascondiamo come lo sporco sotto il tappeto. La pratica le mette di fronte ai nostri occhi con una lente chiara e cristallina
- La terza convinzione è quella di essere persone civili che nutrono un amore civile per gli estranei. Non lo siamo. Abbiamo un amore civile fino a che qualcuno non ci sorpassa, fino a che qualcuno non ci blocca in doppia fila, fino a che qualcuno non ci passa davanti alla cassa. Fino a che non ci viene in mente uno scherzo tragico. Fino a che non ci sembra che ci siano troppi immigrati e che è meglio aiutarli a casa loro. Gli estranei – dai vicini di casa ai passeggeri dello stesso autobus – sono spesso immagini bidimensionali dell’umanità. Lo scopri quando vedi quanto diventi meccanico nell’augurio di Metta per le persone neutre.
- La quarta convinzione è quella che ci fa credere che siano gli altri a doverci chiedere scusa. È una convinzione incrollabile che fa sì che le comunicazioni più difficili della nostra vita siano quelle con le persone che amiamo e che ci hanno ferito. Nessun amore vale una ferita, potrebbe essere il mantra di tanti conflitti relazionali. Tra genitori e figli, tra fratelli, tra ex, e vi assicuro che più era grande l’amore più diventa insanabile la ferita.
- La quinta convinzione è che possa esistere un amore autentico per tutti i viventi e che non sia una melassa teorica e buonista. Abbiamo un sacco di discriminazioni dentro di noi. Dividiamo buoni da cattivi, animali domestici da animali feroci, nazioni amiche e nazioni nemiche. Dividiamo e sottraiamo perché la divisione è più semplice della moltiplicazione e dell’addizione nelle relazioni umane. Anche se ognuno di noi nasce con un cuore vasto come il mondo. Dividiamo perché pensiamo di non poter sostenere il dolore di tutti. Perché amare significa moltiplicare la gioia ma, anche, sentire il dolore. Non è più indifferente se non siamo direttamente coinvolti. E quell’estraneità è la radice che alimenta i comportamenti dannosi verso l’ambiente, verso il mondo in cui viviamo. Diventa presente, anche se non siamo direttamente coinvolti.
Io non lo so se hai voglia di cambiare una di queste convinzioni. Non lo so se hai voglia di scoprire quanto il tuo amore è condizionato dall’approvazione e dalla disapprovazione. Ti avviso: è faticoso. Meglio voler bene a quel piccolo, ristretto cerchio di persone che stanno in due mani. Anzi, meglio una mano. Però se poi ti deludono? Meglio restringere ancora, meglio non fidarsi. Meglio. Meglio non rischiare.
Però, se proprio vuoi rischiare, ti avviso: è uno straordinario viaggio verso la sincerità. Uno straordinario viaggio verso la verità. Non sono la stessa cosa: la verità sta nella realtà dei fatti e nella loro ampia prospettiva, la sincerità sta nella nostra disponibilità ad ascoltarla.
Non troverai mai la verità, se non sei disposto ad accettare anche ciò che non ti aspettavi di trovare. Eraclito
Pratica di mindfulness: La pratica della gentilezza (Meditazione live registrata durante il ritiro “La pratica della gentilezza” Oppure la meditazione live delle 8 su FB
© Nicoletta Cinotti 2018 Il protocollo MBSR
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