
Il 21 Maggio esce il mio ultimo libro “Mindfulness in 5 minuti. Pratiche informali di ordinaria felicità”. È nato in tempi speciali, in tempi di solitudine e riflessione. Nel farlo ho cercato di mettere insieme un percorso in quattro fasi: il percorso che può rendere la mindfulness qualcosa da fare ad occhi ben aperti mentre viviamo le ordinarie certezze e incertezze quotidiane.
Nella mindfulness parliamo sempre di pratica formale e pratica informale: questo libro è dedicato alla pratica informale per renderci presenti in ogni attimo. Per vivere mindful non occorre avere tanto tempo da dedicare alla pratica. Occorre avere presenza nel corso delle giornate, così come sono, e questo semplice fatto dà un sapore completamente nuovo alla nostra vita. È suddiviso in quattro parti: Uscire dal pilota automatico, L’illusione di una vita perfetta, Il nostro matrimonio con il tempo e le pratiche di ordinaria felicità, e Strumenti di manutenzione dell’anima. C’è anche un test – da fare all’inizio o alla fine o da ripetere più volte – per misurare il proprio gradiente di felicità e vedere come cambia nel corso del tempo. In fondo la felicità non è un miraggio ma qualcosa di fuggevole di cui proviamo nostalgia proprio per la sua natura mutevole. Se ne accettiamo la mutevolezza potremmo scoprire di essere molto più felici di quello che credevamo.
In questo percorso ringrazio Armando Minuz, l’editor di Gribaudo, che mi ha scovato non so dove e quando ho consegnato il manoscritto mi ha detto “Buona la prima!” con fiducia ed entusiasmo; Luisa Carrada, lettrice attenta e paziente di quello che scrivo e che ha dato un aiuto fondamentale perchè fosse buona la prima; e il coordinamento grafico di Meri Salvadori, la grafica è entrata in dialogo con ogni pagina del testo rendendolo un lavoro a due mani, per facilitare chi decidesse di leggere il libro aprendolo a caso (si può farlo!) e accompagnare i lettori disciplinati, quelli che procedono ordinatamente, pagina dopo pagina.
La mindfulness informale per me è così importante perchè permette una vera manutenzione dell’anima. L’anima, come dice Wislawa Szymborska non la si ha sempre: sfugge le noie quotidiane ma possiamo contare su di lei quando non siamo sicuri di niente e curiosi di tutto.
Non saprei dire che sintomi ha l’anima quando è schiacciata. Forse prova un senso di oppressione. Oppure il desiderio di fuga o la mancanza di emozioni per le cose che di solito amiamo molto. Io mi sono accorta che, a un certo punto, tutto mi sembrava senza sapore. Più mi sembrava senza sapore e più mi impegnavo per dargli sapore, ma non funzionava. Rimaneva solo una grande stanchezza. Allora ho capito che era proprio quell’impegnarmi a oltranza che rendeva le cose ancora più complicate. Credo che ognuno di noi sappia che impegnarsi è bene ma sforzarsi non è meglio, eppure ce lo dimentichiamo, rendendo le nostre giornate una lunga lista di compiti da svolgere che fa appassire la nostra anima. Diventiamo, come dice il filosofo sudcoreano Byung-Chul Han, una società tutta tesa a produrre una prestazione che porta, alla fine, a un infarto dell’anima.
Un infarto non registrabile con strumenti medici: ce ne accorgiamo per la stanchezza senza tregua che proviamo, una stanchezza che divide anziché unire. Tutto diventa auto-centrato, sia nella gioia che nel dolore e in questa stanchezza che divide perdiamo la gentilezza e l’attenzione verso gli altri. Diventano allora indispensabili pochi, semplici accorgimenti per la manutenzione dell’anima. Non per farla lavorare di più, ma per premiarla con pratiche che le consentano di respirare. Nicoletta Cinotti
Nicoletta Cinotti, Mindfulness in 5 Minuti. Pratiche informali di ordinaria felicità, Gribaudo ed. Uscirà il 21 maggio ma è già ordinabile su Amazon! (Fallo subito, andrà a ruba!)