
Ho letto questo libro sotto l’ombrellone. Lo premetto perché potresti pensare che sia un libro difficile quello di Antonella Anedda e Elisa Biagini – due poete con i controfiocchi – accompagnate nel dialogo da Riccardo Donati. Il libro, ossigenante è “Poesia come ossigeno. Per una ecologia della parola”
Il libro è molto vario perchè la prima parte è la trascrizione, molto raffinata, di un dialogo tra i tre, una specie di intervista in cui ragionano attorno al senso della poesia oggi.E il senso, si rispondono, è quello di un’ecologia della parola che la salvi dalle formule consuete, ritrite, che permetta di far emergere parole “fuori squadra”. È una lettura dinamica, una specie di trafficata evocazioni di immagini che riguardano la poesia ma che puoi leggere anche se proprio la poesia non ti interessa ma ti interessa il linguaggio. La riflessione infatti è attorno al linguaggio e quindi può interessare chiunque usi il linguaggio come strumento professionale (C’è qualcuno che non usa il linguaggio nel proprio lavoro? esistono lavori muti? Oppure esistono solo lavori in cui pensiamo che le parole non abbiano valore?)
La parte per me più interessante è quella in cui sia Antonella Anedda che Elisa Biagini offrono una mappa di letture e di autori per argomentare alcuni dei temi, a loro modo di vedere centrali, rispetto alla poesia. Allora, in quel caso, se siete golosi e curiosi avrete pane per i vostri denti: citano autori conosciuti ma partono da poesie poco citate, offrono prospettive nuove su autrici notissime come Emily Dickinson e tirano fuori dall’oscurità un poeta siciliano come Bartolo Cattafi, che ho amato tantissimo per le sue poesie che sono come graffi: incisive ed essenziali. Offrono, in una parola, una specie di ripasso sul perchè la poesia è ossigeno linguistico e, quindi, sia necessaria per uscire dall’ovvio, consueto parlare e straparlare. Trovi questa meravigliosa (parola scontata ma l’unica che mi viene in mente) mappa di letture poetiche nella Sezione 3, “Leggere e riflettere. Parole che (s)occorrono. Mappe e domande necessarie per ridare ossigeno non solo alle parole ma anche alla mente. Conclude il libro la sezione 4, Scrivere. Uno dei due capitoli ha dei brani tratti da Historiae e Salva con nome di Antonella Anedda ( te lo dico nel caso l’avessi già letti), l’altro, quello di Elisa Biagini, racconta – con poesie scritte una al giorno durante il soggiorno a Buenos Ayres – come si può fare una narrazione attraverso poesie che galleggiano e lasciano al lettore la possibilità di riempire spazi vuoti. Una poesia narrativa non perchè racconta una storia ma perché fa delle istantanee dei momenti che hanno contribuito a fare una storia.
Insomma, leggetelo!
© Nicoletta Cinotti per la Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”: citazioni e recensioni
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