
La chiusura dell’anno e il trasloco in corso mi aprono a molte riflessioni sul lasciar andare, sull’importanza di salutare e sulla sensazione di perdita che è legata al non essere consapevoli.
Vado con ordine anche se, nel mio cuore, è tutto un groviglio che mischia pensieri ed emozioni. Il primo groviglio è dato dal fatto che non c’è mai una volta che, perdendo qualcosa, non mi domandi “cosa ho sbagliato?” Come se ci fosse – ontologica – la sensazione onnipotente che se tutto andasse bene non perderei e non perderemmo nulla. Eppure sappiamo che ad ogni respiro perdiamo qualcosa e acquistiamo qualcosa. Ma il bambino onnipotente che ognuno di noi ospita dentro di sé è convinto che la perdita sia un errore e soprattutto un danno (non è così). Veniamo da due lunghi anni di allenamento alla perdita e mi accorgo quanto è difficile rinunciare a combattere. Combattere fa sentire la perdita con meno impotenza. Il mio “Io combattente” sta riponendo le armi da un bel po’ e spero che alla fine potrò fare il mio viaggio senza armi alcuna. in ogni caso la vita, con i suoi urti, ti insegna a spogliarti dalle armature.
La seconda sensazione legata alla perdita è causa di turbamento. È la perdita che avviene perché non sei stata consapevole. La perdita del mindlessness. Dev’essere come quando si inizia a perdere la memoria: un vuoto e un disorientamento che assidera. Quando perdiamo qualcosa nell’inconsapevolezza è come se vedessimo avanzare la nebbia. Poiché la consapevolezza non è mai totale, la pratica di mindfulness è un modo per togliere dalla nebbia le parti di noi, le azioni, le scelte che compiamo senza sapere che le stiamo facendo. Più togliamo dalla nebbia le nostre azioni più pieno è il senso del vivere ma l’attimo in cui ci accorgiamo di quanto siamo stati inconsapevoli il turbamento è grande come uno squarcio. E l’attimo dopo è vergogna per la grandiosità che si è allargata fino a coprire la realtà. Perché è la nostra grandiosità che ci lascia inconsapevoli e non solo la nostra distrazione. È la grandiosità che ci fa credere che io mondo sia a nostra immagine e somiglianza e che quindi quello che non vediamo non esista.
Esiste e suona. Esiste e prima o poi si svela. La realtà, prima o poi si svela sempre e toglie altri frammenti alla nostra armatura: i frammenti della grandiosità
Per essere sicuri di non sbagliare e di non perdere l’altro, a volte iniziamo a nascondere: non farlo. Cinotti, Nicoletta. Amore, mindfulness e relazioni
Pratica di Mindfulness: Intimi con il respiro
© Nicoletta Cinotti 2021 Serata di presentazione Mindfulness: i protocolli MBSR, MBCT, e il Programma Mindful Self-compassion