
Capita di soffrire nelle relazioni. Ovviamente più le relazioni sono intime e più possono bruciare. Più, tendenzialmente, ci ostiniamo a volerle cambiare. Voler cambiare una relazione è più o meno come voler ristrutturare una montagna: impresa titanica destinata ad incontrare molte difficoltà. Comunque non ci scoraggiamo e tentiamo lo stesso l’impresa. Perché le relazioni, ovviamente, sono fatte di alti e bassi che ci fanno ben sperare per poi precipitare nello sbigottimento. Ci sembra che le cose vadano bene e poi risalta fuori lo stesso problema. Così via in un circolo continuo di alti e bassi.
La parola chiave però è proprio circolo. Circolo perché molte emozioni relazionali procedono a fasi e quindi, prima o poi ritornano. Magari in forma attenuata ma ritornano. È in quel momento che la cosa più importante che possiamo fare (e anche quella più liberatoria) è rispondere diversamente non alimentando la ripetizione. È una fase, mi ripeto sorridendo. La cosa più importante è che, in questa fase io non rifaccia le solite cose. Così la fase passerà perché sarà senza alimento. Può sembrare strano ma funziona. Funziona così tanto che le cose cambiano davvero. Perché non possiamo fare nulla perché la nostra relazione cambi ma abbiamo un mondo di possibilità per cambiare il nostro modo di stare in relazione. Per lasciare che le nostre narrazioni su come dovrebbero essere le cose e su come dovrebbe essere la nostra relazione diventino il resto di un sorriso.
Ogni pensiero dovrebbe ricordare i resti di un sorriso. Emil Cioran
Pratica di mindfulness. La meditazione del fiume
© Nicoletta Cinotti 2021 Reparenting ourselves