
Ci sono persone per le quali è difficile arrabbiarsi ma ce ne sono altrettante, forse anche di più, per le quali la rabbia, il nervosismo, la tensione, sono la prima risposta a qualsiasi evento che sfugge dal loro controllo. Perché, in effetti, molto spesso è la sensazione che le cose vadano diversamente da come credevamo la ragione della nostra rabbia.
La rabbia è prima di tutto un’affermazione implicita “Non voglio che le cose vadano così”. È la madre delle reazioni avversative nei confronti della realtà. Dopo questa prima affermazione però ne stanno diverse altre. A volte la rabbia nasconde una tristezza, la sensazione che a noi le cose vadano sempre male.
Altre volte nasconde un dolore, sordo e profondo. La sensazione di aver subito un torto, un’ingiustizia che meriterebbe vendetta. Che occorra una riparazione di qualche tipo e la rabbia fa sperare di essere in grado di replicare a quell’ingiustizia. Non è così ma ci offre l’illusione. Altre volte infine nasconde una paura: la paura dell’abbandono, della solitudine o dell’inadeguatezza.
Alla fine, se dovessi riunire in un’unica parola direi che il punto è proprio questo: la pervasiva sensazione di inadeguatezza che ci getta in una sorta di trance.
Il guaio, con la rabbia, è la spesa. La spesa in termini energetici e relazionali. La rabbia fa danni alle relazioni, costa molte energie e, alla fine, non ottiene quasi mai quello che promette: solo brandelli di bufera al posto della pace. Forse sarebbe più vantaggioso consolare il dolore sottostante anziché alzare il livello della tensione.
L’idea che la rabbia sia protettiva è il più grosso ostacolo allo sviluppo di un coraggio autentico o, semplicemente, alla libertà dalla paura. Sharon Salzberg
Pratica di Mindfulness: Cullare il cuore (Questo è un file audio di pratica del mio Canale Youtube. Clicca sulle parole per arrivarci!)
© Nicoletta Cinotti 2017 Il protocollo MBSR
Foto di © mluisa_
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