
Le feste sono una vera fucina di novità psicologiche. Ogni anno, sotto l’albero, trovo nuovi insight. Quest’anno ho capito qualcosa in più sul senso di colpa a partire da quell’ansia sottile che si accompagna, per me, all’apertura dei regali. Non i miei ma quelli che faccio agli altri. Un ansia che non è giustificata da nulla se non dal desiderio di renderli felici.
Ecco, mi sono detta, è il desiderio di rendere felice chi ami che ti fa sentire sprovveduta e mancante. Se non riesci ad avverare il loro desiderio segreto (esaudire i desideri delle wishlist non conta) non li rendi sorpresi e felici e getti un semino nell’orto del senso di colpa. Dalla parte opposta del senso di colpa sta la patina del cinismo. Quello che ti rende distaccato da qualsiasi aspettativa perchè non credi più che qualcosa di buono possa avverarsi. Chi è cinico non soffre di sensi di colpa. In ogni caso il cuore diventa duro quando ci facciamo prendere dalla spirale del controllo e anche le wishlist sono una forma di controllo. Ci illudono che così non sbaglieremo e non. deluderemo.
In mezzo – tra cinismo e senso di colpa – stanno tantissime sfumature di ingenutà e apertura. Sono quelle che mi interessano di più. Le sfumature tra ingenuità e apertura sono meravigliose perché hanno uno degli ingredienti della felicità che è la sorpresa, lo stupore, la gratitudine per tutto quello che non è pre-ordinato eppure arriva dritto al cuore. È per catturare quei momenti imprevisti di felicità che lasciamo perdere le wishlist e rischiamo la sorpresa. È perché non conosciamo che possiamo essere felici.
Ultimamente erano successe tante di quelle cose strane che Alice aveva cominciato a credere che di impossibile non ci fosse quasi più nulla. Alice nel paese delle meraviglie
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