
Ci piace mettere etichette, confini e fare diagnosi. Sono momenti in cui possiamo gustare una transitoria ed effimera certezza. Quella che proviamo quando ci sembra di aver messo tutto a posto. Così l’amore dovrebbe stare fuori da certe stanze ed essere sempre in altre ma, come sapevano bene i greci l’amore ha troppe declinazioni per stare in poche stanze e varca molti confini. Così quando curiamo qualcuno non possiamo che sentire quanto è forte l’amore che ci lega a questa persona. Per questa ragione mi ha toccato molto il saluto di Aisha a Maria Benedetta, una ragazza che ha seguito nell’associazione “Oltre quella sedia”, di Trieste.
Così dice Aisha “Ci sono tre cose da sapere di Olly (come si faceva chiamare Maria Benedetta). La prima cosa da sapere è che a Olly piace bere caffè. Pensate che le piace così tanto che va a reclamarlo alle 6 di mattina al bar sotto casa, chiaramente ancora chiuso e lei a volte in pigiama. La seconda cosa da annotarsi assolutamente è che a Olly piace cantare. Non ha la voce più angelica del mondo certo ,ma risplende quando canta ‘Strada Facendo’ a squarciagola e sembra possa squarciare le orecchie ma anche il cielo.
La terza è la più importante:a Olly piace il teatro. Mi correggo: Olly ama il teatro.È il luogo dove riesce a esprimere al meglio se stessa con tutte le sue emozioni che riempiono il palcoscenico di luce.
Forse c’è un’altro fattore da sapere di Olly, importante o meno, questo lo potete decidere voi. Olly ha la sindrome di Down e ciò consegue che Olly abbia una disabilità.
Nulla di strano, tutti noi abbiamo una disabilità, che a volte emerge e altre volte si nasconde anche per brevi attimi.Credo che spesso la nascondiamo a noi stessi.
Ciò che mi colpisce di Olly è vedere come si trasforma nel momento esatto in cui poggia piede sul palco, a tal punto da togliersi la maschera di Maria Benedetta e diventare Olly. In quell’istante,diventa protagonista della propria vita.
E lei lo è stata.
Olly ha iniziato un viaggio la settimana passata.È andata a scoprire altri universi da illuminare, qua ci ha praticamente abbagliati.
Servirebbero pagine intere per raccontare di lei perché la sua storia è piena di incontri con tante persone e a tante persone lei ha cambiato la vita. Il fatto che i nostri sentieri si siano incrociati è stato un dono per me che ha portato all’evolversi di un unico sentiero da percorrere insieme. Evolvere vuol dire anche volgere.
Non che io abbia deciso di indirizzare il mio sguardo proprio verso di lei.
Tuttavia qualcosa ha fatto si che mi incastrassi nel suo animo portando a un nuovo sviluppo di me e forse non è questa la vera evoluzione?
Un incontro fra due anime che alla fine si trasformano a vicenda.
Lei è stata la mia insegnante, la mia guida.Lei è mia amica.
Il termine educare deriva dalla parola educere che vuol dire ‘trarre fuori’.Nell’educazione si è sviluppata questa parola traducendola come ‘trarre fuori la verità’.
Ecco, io credo che Olly sia riuscita a trarre più verità da me che io da lei.Delle verità che non avevo mai concepito di avere dentro, che risiedevano da qualche parte e aspettavano di essere tirate fuori da lei.” (brano pubblicato su permesso della famiglia)
Forse, mi sono detta, è questo quello che succede quando amiamo. Ci trasformiamo e realizziamo la parte migliore di noi. Una parte che va al di là dell’imperfezione e della disabilità.
La pratica di mindfulness: La canzone dell’imperfezione
© Nicoletta Cinotti 2021 Amore, mindfulness e relazioni. Qualità mindful per amare senza equivoci