
Signore, a fare data dal mese prossimo Voglia accettare le mie dimissioni.
E provvedere, se crede, a sostituirmi. Lascio molto lavoro non compiuto,
Sia per ignavia, sia per difficoltà obiettive. Dovevo dire qualcosa a qualcuno,
Ma non so più che cosa e a chi: l’ho scordato. Dovevo anche dare qualcosa,
Una parola saggia, un dono, un bacio;
ho rimandato da un giorno all’altro. Mi scusi, Provvederò nel poco tempo che resta.
Ho trascurato, temo, clienti di riguardo.
Dovevo visitare
Città lontane, isole, terre deserte;
Le dovrà depennare dal programma
O affidarle alle cure del successore.
Dovevo piantare alberi e non l’ho fatto; Costruirmi una casa, ma conforme a un disegno. Principalmente, avevo in animo un libro Meraviglioso, caro signore,
Che avrebbe rivelato molti segreti,
Alleviato dolori e paure,
Sciolto dubbi, donato a molta gente
Il beneficio del pianto e del riso.
Ne troverà traccia nel mio cassetto,
In fondo, tra le pratiche inevase;
Non ho avuto tempo per svolgerla. È peccato, Sarebbe stata un’opera fondamentale.
Primo Levi