“Meno male che ho una gamba finta perché quella vera tremava tantissimo”.
“Provo a restare coi piedi per terra… cioè, piedi… in senso figurato”.
Come molti di voi sapranno, quest’estate a Rio de Janeiro è andata in scena la quindicesima edizione dei Giochi Paralimpici, l’equivalente dei Giochi Olimpici per atleti con disabilità fisiche.
Devo essere onesto, ho seguito di più le Olimpiadi rispetto alle Paralimpiadi, ma la scorsa settimana mi sono imbattuto in un servizio al telegiornale che ha attirato moltissimo la mia attenzione.
E subito la mia mente si è messa in moto.
Osservando le imprese di Alex Zanardi, Bebe Vio, Federico Morlacchi e di tutti gli altri medagliati italiani, il mio primo pensiero è stato: “Mamma mia, questi qui hanno una consapevolezza dei propri limiti davvero pazzesca”.
Ed è davvero così: rileggete le due frasi che ho riportato sotto il titolo. Sono state pronunciate da due nostri atleti, poco dopo la premiazione sul podio. Sono così genuine da risultare spiazzanti.
Che cosa accomuna la Mindfulness e gli atleti paralimpici? Come ho già scritto prima, la consapevolezza e l’accettazione dei propri limiti.
Quando pratichiamo con costanza, entriamo intimamente in contatto con noi stessi e osserviamo, prendiamo consapevolezza dei nostri difetti, delle nostre paure, dei nostri cattivi pensieri e dei nostri limiti, siano essi fisici o di altra natura. All’inizio tutto questo fa paura: ci pensiamo forti, invincibili, i migliori, ma la pratica lavora e sgretola queste idee irreali che abbiamo di noi e ci mette davanti a quello che realmente siamo.
Questo è il primo passo ed è fondamentale perché, piano piano, senza fretta e senza pretese, la pratica della consapevolezza ci apre gentilmente le porte e ci invita ad entrare nel difficilissimo, controintuitivo ma favoloso mondo dell’accettazione: questo sono io e parto da qui.
Un’accettazione attiva e rinvigorente che ci permette, a volte, di andare oltre questi limiti e, soprattutto, di volerci bene per quello che siamo.
E qui torniamo alle Paralimpiadi ed alle frasi riportate tra virgolette. Io non so se questi splendidi atleti meditino oppure no, ma forse in questo caso non è importante: quando ci prendiamo in giro, quando ridiamo di noi, quando osserviamo con bonaria accettazione i nostri difetti e limiti, siamo presenti a noi stessi ci vogliamo bene. E questo è un ottimo punto di partenza.
© Tiziano Furlanetto 2016
Tiziano Furlanetto è psicologo, dottore di ricerca in Neuroscienze, docente universitario presso le Università di Torino e Aosta e istruttore certificato per la conduzione di protocolli Mindfulness presso l’Associazione Italiana per la Mindfulness (AIM). Con Niccolò Gorgoni gestisce la pagina facebook Mindful Torino, che organizza protocolli MBSR a Torino.
Il prossimo protocollo MBSR a Torino sarà presentato giovedì 6 Ottobre con una serata gratuita – dalle 21 alle 22.30 – il prossimo protocollo inizierà Mercoledì 19 Ottobre 2016 alle 19.45 nella sede di Via Guastalla 5, a Torino