
Piccola coda alle poste per ritirare un pacco Amazon. Davanti a me due clienti lontane ma non abbastanza: ho sentito tutta la loro conversazione. La prima non riusciva a spiegarsi e quindi l’impiegata non trovava la soluzione. Hanno tergiversato nel tentativo, finale, di comprendersi, mentre la coda si allungava, e poi la cliente se n’è andata dicendo – un po’ minacciosamente – che sarebbe tornata un giorno in cui allo sportello fosse stato presente il suo collega. La seconda inizia a spiegare il problema ma, questa volta, l’impiegata ha capito benissimo subito quale sia la questione e offre prontamente una soluzione. Ma la cliente, invece, vuole spiegare bene il problema fino alla fine anche se l’altra ha capito dove sta andando a parare. Temendo, lei dice, che possa crearsi un malinteso come con la cliente precedente. Arrivano alla soluzione finale quasi mandandosi a quel paese. La cliente infastidita dal fatto che l’impiegata non la lasciava parlare. L’impiegata infastidita dalla prolissità delle spiegazioni. Arrivo io che l’aria è incandescente: fulmini e saette dagli occhi dell’impiegata, lievi sorrisi di solidarietà da entrambe le parti: i clienti in coda da un lato; gli altri impiegati dall’altro. Insomma una versione postale di Scapoli contro Ammogliati.
Mi avvicino sfoderando la mia arma segreta: l’invisibilità. Divento neutra nei conflitti convinta, per esperienza, che sia il miglior pacificatore. L’impiegata mi guarda e prende la mia neutralità come un’occasione di libertà e di confidenza (succede spesso) e mi dice “Sembra un manicomio a volte. Le persone non vogliono il loro pacco e nemmeno la soluzione. Vogliono parlare”. Sì, le rispondo, non c’è niente di meglio nella vita che sentirsi ascoltati. Allora, anche il problema e la sua soluzione diventano secondari. Mi guarda come se fossi un oracolo e proviamo un’improvvisa solidarietà. Silenziosa. Entrambe a volte siamo troppo prese dalla ricerca delle soluzioni. Entrambe sentiamo ondate di frustrazione che non ci riguardano e che pure arrivano sulla nostra spiaggia. Entrambe sappiamo che ascoltare risolve eppure, a volte, vorremmo solo risolvere i problemi. È un attimo sentirsi capiti, sentirsi vicini. Poi torniamo impiegata e cliente. Mi sorride e mi dice. Vuole il suo pacco Amazon, vero? (soddisfatta di potermi mostrare che lei, il suo lavoro, lo fa con il cuore). Sì, proprio quello. Me ne vado con il mio pacco e con una convinzione in più: a volte nessuna soluzione è proprio la soluzione.
Nel momento in cui accettiamo i problemi che ci sono stati assegnati, le porte si aprono. Rumi
Pratica del giorno: La classe del mattino e la Meditazione del mattino
© Nicoletta Cinotti 2019 Vulnerabili guerrieri
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