
Forse essere a casa non è un luogo ma semplicemente una condizione irrevocabile. J. Baldwin
Nella vita si mescolano il buono e il cattivo, il dolce e l’amaro. Questa non è una novità e sicuramente ce ne siamo già accorti. il bello è che questo mix non necessariamente deriva da difficoltà esterne. A volte è il nostro modo di affrontare la vita che ci toglie quella serenità che diciamo di cercare a parole ma dimentichiamo nei fatti. Così vorrei mettere a fuoco come possiamo coltivare la serenità nella vita quotidiana, anche nel mezzo delle inevitabili difficoltà che ci troviamo ad incontrare ogni giorno. L’intenzione è di concentrarsi sugli aspetti positivi non per negare i negativi ma per evitare di entrare nella spirale “sarò felice quando tutto sarà a posto”, in modo da poter godere più pienamente di tutti i momenti della vita. È necessario riconoscere il buono nella vita, per sostenere con energia e ottimismo le difficoltà.

Il Teflon per il buono
L’evoluzione ci ha portato a dare molta attenzione alle difficoltà per ragioni legate alla sopravvivenza e a non perdere tempo con quello che invece funziona. io ti chiederò di fare l’opposto, ossia di dedicare attenzione a quello che c’è di positivo. Lo faremo in tre modi che hanno l’intenzione di spostare l’attenzione ad includere anche il positivo, oltre che a combattere contro il negativo.
Ecco i tre modi:
•Provare gratitudine
Assaporare
•Apprezzarsi
La pratica contemplativa porta domande, riflessioni e la consapevolezza che ciò che sperimentiamo è frutto del lavoro interiore ed esterno che facciamo ogni giorno.
Nella sezione successiva troverai delle domande proposte da Angeles Arrien sulla gratitudine.
Osserva quali di queste domande è più interessante per te in questo momento. Scegli due o tre di queste domande e guarda se puoi esplorarle in profondità.

Nessuna moderazione sulla gratitudine
Ci sono emozioni che sentiamo poco perché hanno un basso volume. Emozioni come la tenerezza, la gratitudine, sono spesso presenti ma silenziose. Coperte dall’energia di emozioni più ad alto volume, come la rabbia o la paura. Sopraffatte dalla velocità e dalla fretta. Dalla tensione o dall’ansia.
Richiedono un po’ di attenzione in più è uno sguardo rivolto all’interno, perché sono presenti ma ricoperti dalla nostra iperattività.
Come sarebbe se guardassimo alla nostra agenda non dal punto di vista del carico ma della gratitudine? Se prima di incontrare qualcuno ci sintonizzassimo sull’opportunità di quell’incontro, sulla fortuna di poterlo fare, di poterci essere? Sulla fortuna di avere un corpo che ci porterà lì e che ci accompagna da sempre? La gratitudine è un invito a coltivare – attraverso l’attenzione – i nostri sentimenti delicati, quelli che non urlano ma che hanno lo stesso dimora nel corpo. Quelli che nutrono l’appagamento, la soddisfazione, la consapevolezza per ciò che è stato fatto invece che per il tanto che ancora dobbiamo fare. Come sarebbe se i nostri movimenti fisici ed emotivi partissero da questo luogo, il luogo della gratitudine, che non dà mai per scontato che tutto rimarrà come prima
“I testi buddhisti parlano di «una montagna di dolore»; ci dicono che le nostre lacrime di dolore potrebbero riempire i quattro grandi oceani. Quando proviamo dolore, sofferenza, senso di perdita, frustrazione, abbiamo l’abitudine di tirarci indietro, pieni di avversione, oppure di partire a testa bassa, pieni di rabbia, per criticare o per scappare. Jack Kornfield
Living in gratitude: le domande di Angeles Arrien
Prima domanda:
In che modo sviluppi l’indipendenza nella tua vita? In natura nulla che sia troppo indipendente o troppo dipendente può prosperare. In questo mese guarda se puoi riflettere su queste due modalità estreme che interferiscono con la vera indipendenza e flessibilità. In che modo puoi mostrare più collaborazione, cooperazione e reciprocità nella tua vita?
Seconda domanda:
In natura ci sono luoghi che aiutano, naturalmente, il contatto con l’interno. Possono essere le montagne, i fiumi, il mare o le foreste. In quali di questi luoghi ti senti più grato? Le preferenze per questi ambienti naturali sono cambiate per te nel corso degli ultimi anni? Se sono cambiate come mai è successo?
Terza domanda:
Quali delle qualità di sopravvivenza desideri sviluppare maggiormente? Attenzione, capacità di usare le proprie risorse, flessibilità o pazienza?
Quali sono gli ostacoli che limitano la tua gratitudine, se ci sono?
Com’è la tua relazione con la natura? Se hai figli, in che modo cerchi di nutrire il loro amore per la natura?
La pratica
La pratica è essenziale per integrare quello che impariamo. Scegli due o tre di queste pratiche e applicale alla tua esperienza quotidiana.
- Ogni settimana scegli un’azione che sostenga l’ambiente, la bellezza del mondo che ci è dato; un’azione che migliori la sostenibilità ecologica.
- Pratica la pazienza. L’impazienza è un segnale di rifiuto o di allontanamento. Quando emerge questo impulso aspetta e pratica la fiducia. Possiamo ferirci o rovinare quello che emerge con una risposta prematura. Osserva cosa sviluppa la tua pazienza e cosa produce la tua impazienza.
- Passa un’ora all’aperto ogni giorno per incrementare il tuo benessere e la tua salute. Più tempo passiamo nella natura e più ci è facile entrare in contatto con la nostra natura interiore.
- Offri gratitudine per quello che la Natura ti ha insegnato in questo mese o per ciò che hai rafforzato delle tue qualità naturali.
Apprezzarsi
Forse conosci anche tu il conflitto tra il desiderio di ricevere approvazione e l’imbarazzo del ricevere un complimento e quella altalena tra approvazione e disapprovazione che fa salire e scendere il nostro umore quotidianamente.
Non vogliamo ammetterlo ma se il nostro umore è alto anche la piccola difficoltà diventa niente. Quella stessa difficoltà che ci sembra una conferma del nostro destino di infelicità quando, invece , il nostro umore è basso.
Così cominciare ad apprezzarsi non è un optional ma una necessità per uscire da questi sbalzi di umore e dall’altalena del “giusto o sbagliato” come atteggiamento diretto dal giudizio altrui.
Forse potresti credere che apprezzarsi sia un atto narcisistico ma, come dico spesso, inizio e fine si toccano e quindi apprezzarsi è anche un modo per manifestare gratitudine verso quelle persone che ci hanno aiutato a far crescere le nostre qualità.
Così potremmo fare una lista delle qualità di noi che apprezziamo come primo passo per tornare alla gratitudine verso chi ha dato sostegno a queste stesse qualità. A volte sono persone familiari e a volte possono essere sconosciuti.
Ieri ascoltavo un’intervista a Ludovico Einaudi e lui dichiarava la sua gratitudine a Luciano Berio che l’aveva incoraggiato all’inizio della sua professione. Ma la sua gratitudine non si fermava a Berio che, ad un certo punto, aveva avuto dei dubbi rispetto al tipo di sperimentazione che stava conducendo Ludovico, ritenendola a rischio di superficialità. Senonché gli era capitato di suonare dei brani e di ricevere degli applausi dalla strada da sconosciuti passanti, oppure di ricevere dei biglietti sotto la porta da altrettanti sconosciuti ascoltatori. Questi sconosciuti hanno sostenuto la sua sperimentazione e Ludovico esprimeva nell’intervista anche quanto questo sostegno fosse stato per lui fondamentale (Trovi l’intervista su Spotify: Experience. The Ludovico Einaudi Story).
Applichiamo alle nostre qualità positive gentilezza, consapevolezza e la certezza che le condividiamo con molte altre persone: questo ci permetterà di essere grati e di gustarle senza timore di diventare narcisisti.
Qui trovi un video sul Mindful eating, un altro modo per coltivare la nostra capacità di assaporare
Assaporare ovvero il risveglio della mente sensoriale
Forse, semplificando, potremmo dire che, tutto il lavoro bioenergetico è un modo per riprendere i sensi e che riprendere i sensi è necessario se vogliamo assaporare la nostra vita. Quello che limita la nostra capacità percettiva sono le difese che si esprimono attraverso il collasso o la contrazione; riprendere i sensi significa quindi ammorbidire le contrazioni e confortare le parti collassate ristabilendo la capacità espressiva, consapevolezza e padronanza.
Alexander Lowen indica – in questo percorso – alcuni elementi salienti che potrebbero essere definiti – poeticamente – “lasciar scendere”, “allungarsi”, “essere in contatto”,”protendersi”. Sono movimenti interiori oltre che esterni, movimenti del cuore oltre che del corpo. Niente è meccanico in bioenergetica.
Lasciar scendere significa – emotivamente – aprire uno spazio di accoglienza e accettazione verso l’esperienza e la sua novità. Significa entrare in intimità con l’esperienza che permette una comprensione profonda e non reattiva dell’esperienza.
Allungarsi ed essere in contatto sono due movimenti complementari tra di loro. Ritirarsi comporta una perdita di contatto: allungarsi apre alla possibilità che questo contatto si ristabilisca e si metta in relazione con il protendersi. Potremmo chiederci in contatto con che cosa? In contatto con tutto ciò che si trova nel raggio di portata delle percezioni sensoriali. Ogni percezione sensoriale ha inizio con una percezione del proprio corpo; è per mezzo di questo che si percepisce ciò che avviene nel mondo esterno poiché l’ambiente investe i corpi e i sensi. Più si è vitali e più chiare sono le nostre percezioni. È una considerazione semplice quella che, quando stiamo bene, la nostra percezione e presenza alle cose è più vivida. Per aumentare la capacità percettiva bisogna accrescere la vitalità ma potremmo anche affermare l’opposto: se la nostra percezione sensoriale è limitata e ristretta, diminuisce anche la vitalità.
Protendersi è tornare ad aprirci al mondo. Le difese tendono a farci rimanere troppo a lungo in una posizione di ritiro rinforzando così il nostro senso di isolamento ed esclusione e il nostro narcisismo. La qualità della percezione narcisistica è limitata proprio perchè è definita dallo spazio della nostra dimensione personale. Sentiamo noi stessi ma non sentiamo gli altri e il mondo. Quando ci protendiamo usciamo dal nostro ritiro per entrare in contatto con quello che avviene attorno a noi.
Per strano che possa sembrare, per difficile che possa essere quello che stiamo provando, assaporarlo restituisce sapore alla nostra vita. Scopriamo così che possiamo essere felici anche durante le difficoltà e che pensare che saremo felici solo dopo significa rimandare indefinitamente il momento in cui potremo essere innamorati della nostra vita così com’è e di noi così come siamo.
Un uccello non canta perché ha una risposta. Canta perché ha una canzone. Maya Angelou
L’avvento della mindfulness
Ho una passione per i calendari dell’avvento. Non sempre ne compro uno ma spesso ne faccio uno. Così quest’anno ho pensato di fare un Calendario dell’avvento speciale. L’avvento inizia domenica 27 Novembre e termina sabato 24 dicembre anche se di solito il calendario dell’avvento va dal 1 Dicembre al 24 dicembre.
Durante questo periodo offro durante i giorni feriali di ogni settimana, una pratica gratuita la mattina alle 8 su zoom (Clicca le parole colorate o sul Cervo per iscriverti). Le pratiche rimarranno registrate e saranno raccolte in una pagina dedicata sul sito in modo da poter usufruire anche di contenuti di approfondimento.
Saranno 16 pratiche gratuite sui temi della Gratitudine, Assaporare e Apprezzare sé stessi. Se vorrai potrai fare un’offerta liberale per il Progetto Caritas “Bollette sospese”, un modo per sostenere un Natale più leggero per chi è in difficoltà.
© Nicoletta Cinotti 2022