
“A chi vuoi più bene? A me o a babbo?” mi chiedeva ansiosamente mia mamma quando ero piccola. “A te” rispondevo. Sapevamo entrambe che era una bugia. Glielo dicevo perché non volevo farle dispiacere (e poi anche perchè babbo era già stato preso da mia sorella e preferivo evitare la competizione). Quella bugia mi faceva stare scomoda. Non riesco a dire delle bugie e a stare comoda. A volte mi sembra che la verità abbia una forza che la fa emergere sempre e comunque, anche quando è scomoda. Non lo sapevo a chi volevo più bene, quella era la verità. Ci ho messo anni a capire come e quanto volevo bene ad ognuno di loro e se e quanto volevo bene alla famiglia, quell’entità allargata e ampia che a volte sembra risucchiarti e a volte contenerti.
Cosa cercava con la sua richiesta di rassicurazione? Cosa cerchiamo quando vogliamo essere rassicurati sull’affetto che l’altro ha per noi? Se siamo amati davvero non abbiamo bisogno di rassicurazione. Quando la cerchiamo è perché cogliamo una sfumatura che dice un’altra verità – magari la verità della nostra paura di non essere amati – e corriamo il rischio di mostrare la nostra incertezza e la nostra fragilità chiedendo conferma.
Almeno fino a che non sono nati whatsapp, FB e i social. Da lì in poi la ricerca di rassicurazione ha perso questa qualità affettiva. Ha perso il guardarsi in faccia, lo scorgere qualcosa negli occhi dell’altro.
Adesso è questione di controllo: quando è online? Chi è online contemporaneamente? Cosa pubblica? Chi sono i suoi amici? Quali storie racconta? A chi mette il like?
Amplificando il nostro tenero bisogno di rassicurazione e trasformandolo nel mostro detective che si nasconde in ciascuno di noi. Il mostro detective è quello che, spinto dalla paura, coglie tutti i segnali che confermano il pericolo.
È umano aver bisogno di sentirsi rassicurati ma noi non siamo le nostre maschere. Le maschere che mostriamo al mondo parlano della nostra immagine pubblica e tutti ne abbiamo una. L’immagine privata è un’altra cosa. Si svela nel contatto e nell’intimità. È lì che possiamo cogliere il senso delle cose. È lì che possiamo trovare la rassicurazione che cerchiamo. La rassicurazione che cerchiamo è che valga ancora la pena amare. Che valga la pena diventare vulnerabili quel tanto che permette di essere visti per come si è. La rassicurazione che cerchiamo è che valga la pena essere fedeli alle proprie idee, che valga la pena essere sé stessi e lottare per quello in cui crediamo.
Vale la pena. Lo penso e lo credo
Il coraggio non può essere contraffatto, è una virtù che sfugge all’ipocrisia. Honoré de Balzac
Pratica del giorno: Grounding
© Nicoletta Cinotti 2019 Vulnerabili guerrieri
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