
Sono al mio Mac da un paio d’ore. Alzata all’alba perché sono dentro una delle mie “mission impossible”. Quelle avventure che hanno un misto di intuizione, tenacia, passione e, vi assicuro, follia. Sì perché il mio amore per la mente, per come funzioniamo, per la psiche, per come interagisce con la mente, è un amore che ha dei grani – neanche pochi – di follia. Così metto insieme elementi che sembrerebbero separati e che, invece, io vedo uniti. L’ultima mission impossible non è un’azione alla Tom Cruise ma una delle mie solite imprese intellettive in cui vorrei condividere con te tutto questo perché sapere una cosa da sola non è per niente divertente.
Così mi sono messa in testa che scrivere e disegnare debbano andare insieme, che le cose dette in modo poetico siano più comprensibili di quelle dette in modo scientifico ma che il modo scientifico debba stare dietro, a sostenere, ogni affermazione. Tutto questo per dirti che sto correggendo l’impaginato del libro che dovrebbe uscire a fine agosto su mindfulness ed emozioni e provo una sincera gratitudine per chi sta dietro a questa mia follia. Cerco di mettere insieme mondi che sono considerati separati per un unico scopo: vedere che mi capisci. Che quello che esploro è utile anche per gli altri. Forse cerco ancora riparazione alla sensazione di essere strana che mi accompagna da sempre. Forse è questo che ci rende vicini: ognuno di noi ha la sensazione di essere strano e lo nascondiamo per paura che questo ci separi troppo dagli altri. In realtà abbiamo tutti i nostri gradi di stranezza e sono quelli che ci spingono a camminare per raggiungerci. Avvicinarci però non basta: non è sufficiente essere chiara. Capisco che vorrei essere vicina al cuore. All’intimo delle cose e starmene lì rannicchiata, come quando da bambina leggevo sull’albero di susine e ogni tanto venivo scossa dalla consapevolezza che non sapevo come sarebbe andata a finire. Non sapevo come sarebbe finito il libro che leggevo ma mi scuoteva anche la sensazione che non sapevo come sarebbe andata a finire la mia vita. Ma può una bambina delle elementari pensare a queste cose? Sì, i bambini pensano spesso cose grandissime perché non hanno ancora paura di perdersi nella loro vastità. Sanno che la vastità ci appartiene. Poi man mano che acquistiamo un’identità matura perdiamo pezzetti di vastità e poi dobbiamo iniziare a lavorare per riacquistarli…Anche adesso non so come andrà a finire. Non so se il mio sforzo, l’impegno di altre persone che hanno collaborato a questo progetto, andrà a finire bene. So solo che, all’alba, davanti allo schermo del computer c’eri anche tu e che io correggevo cercando di raggiungerti. perché solo questo conta per noi “strani”: raggiungerci, sfiorarci, illuminarsi reciprocamente per un po’ e poi ripartire per altre avventure. Così posso dirti che, tra disegni e poesie, teorie avveniristiche di psicologia e saggezza orientale, questo libro l’ho scritto perché volevo venirti vicina.
Una parola muore
appena detta,
dice qualcuno.Io dico che solo
quel giorno
comincia a vivere. Emily Dickinson
Pratica del giorno di Meditazione e scrittura: Prova a mettere al centro della pagina un cerchio con il titolo della tua mission impossible. Guardala “senza speranza e senza disperazione” e scrivi associativamente altre parole. Non fermarti fino a che non senti il bisogno di scrivere delle frasi e metti quelle frasi sul cuore. La pratica di Gentilezza amorevole nasce anche così, dalle parole che disegnano il linguaggio del cambiamento.
© Nicoletta Cinotti 2021 Mindfulness ed emozioni