Non credo che ci siano interruttori della rabbia più efficaci della mancanza di rispetto. Basta una singola azione perché scatti la nostra reazione.
Ovviamente la finestra di tolleranza nei confronti della mancanza di rispetto è diversa da persona a persona. Tanto più abbiamo un senso esteso del nostro Sé, tanto più ci sembreranno tante le mancanze di rispetto. Perché quello che ci fa reagire è proprio una violazione del territorio intimo fatta senza tenere conto della nostra esistenza e delle nostre preferenze.
Se ci sentiamo importanti le mancanze di rispetto possono diventare molte e significative. Se ci sentiamo umili possiamo avere una tolleranza molto grande perché può sembrarci di non avere particolare valore.
Alla fine però – quello che ci fa reagire – è sempre la stessa cosa: sentire che l’altro non ci considera e non ha cura di noi. Che anziché dirci mi importa di te, ho cura di te, ci dice, con le sue azioni, che non ha importanza quello che sentiamo. Che i suoi bisogni hanno più spazio e diritto dei nostri. È questa l’offesa della mancanza di rispetto: questo il motore della reazione. Perché cura e amore declinano lo stesso sostantivo: attenzione affettuosa. Non l’attenzione rigida della paura di sbagliare ma l’attenzione morbida che nasce dall’affetto. Senza quell’attenzione la parola amore diventa vuota.
Il bello è che anche noi possiamo darci quell’attenzione affettuosa. Il brutto è che anche noi possiamo mancarci di rispetto.
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
Musica del giorno: La cura
© Nicoletta Cinotti 2016 Le radici della felicità
Foto di ©liuliuba 69 poco presente…
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