
Passiamo molto del nostro tempo oscillando tra approvazione e disapprovazione. Ne diamo a noi e agli altri a piene mani come se fosse un cibo da dispensare con generosità.
Forse siamo silenziosamente convinti che dare disapprovazione motivi a lavorare per ricevere approvazione. Siamo educati così fin da piccoli e, in fondo, i voti servono a questo. Impariamo a giudicare la nostra vita con il termometro dell’approvazione che riceviamo: se ne riceviamo molta la nostra autostima aumenta. Se ne riceviamo poca diminuisce.
Eppure approvazione e disapprovazione velano la nostra esperienza: la fanno classificare come se fosse un compito scolastico e non ci permettono di apprendere fino in fondo. E, soprattutto, non ci permettono di arrivare a sperimentare la gratitudine. Quando siamo approvati siamo orgogliosi, siamo soddisfatti, raramente però sperimentiamo gratitudine. Perché sappiamo che la gratitudine nasce dalla pienezza dell’aver imparato, a proprie spese e attraverso i propri errori, e non dall’essere stati approvati. L’approvazione fa rima con ammirazione; la gratitudine con amore.
Nella gratitudine possiamo anche aver sbagliato ma proviamo questo sentimento perchè siamo stati accompagnati ad imparare fino in fondo, fino alla fine del processo. Non siamo stati abbandonati perchè avevamo sbagliato. Siamo stati amati perchè stavamo imparando.
La radice della gioia è la gratitudine. Non è la gioia che ci rende grati. È la gratitudine che ci rende gioiosi. David Steindl-Rast
Pratica di mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio