
Durante un ritiro silenzioso di una settimana Ayya Khema ci insegnò che ciascuno di noi possiede nel proprio cuore una gioia con cui può entrare in contatto. Mettendoci in contatto con la gioia e lasciandola fiorire permettiamo a noi stessi di onorare la nostra pratica e la nostra vita (…)Il senso di meraviglia e gioia è presente in ogni istante, in ogni respiro, in ogni passo, e ogni gesto della nostra vita quotidiana, se solo riusciamo a metterci in contatto con esso. L’ostacolo maggiore all’entrare in contatto con la gioia è costituito dal risentimento.
La gioia è connessa all’accorgersi di quanto le cose siano ampie, preziose e del tutto illimitate. Nutrire risentimento nei confronti di quello che ci accade e lamentarci della nostra vita è come rifiutarci di sentire il profumo delle rose selvatiche durante una passeggiata mattutina o essere così ciechi da non accorgerci del grande corvo nero che si posa sull’albero sotto il quale siamo seduti. Possiamo essere così presi dalle nostre sofferenze e preoccupazioni da non renderci conto che si è alzato il vento, o che qualcuno ha messo dei fiori sui tavoli della sala da pranzo, o che quando siamo usciti per la passeggiata mattutina le bandiere non c’erano, mentre al nostro ritorno sventolavano nel cielo. Risentimento, amarezza e rancore ci impediscono di vedere, ascoltare, toccare. Ci impediscono di essere felici.
Conoscete la storia di quella donna inseguita dalle tigri? Corre più che può ma le tigri si fanno sempre più vicine. A un certo punto arriva ad un ciglio del dirupo e vede alcune liane. Si aggrappa ad una di esse e si cala giù. Guarda in basso e si accorge che ci sono altre tigri. Poi vede che u n topo sta rosicchiando la liana alla quale è appesa. Lì vicino nota anche delle bellissime fragole che spuntano da un cespuglio d’erba. Guarda su, guarda giù. Guarda il topo. Infine prende una fragola e la porta alla bocca e la gusta con intenso piacere.
Tigri sopra, tigri sotto. Non è altro che la nostra condizione di sempre. Ogni attimo è solo quello che è. Potrebbe essere l’unico attimo della nostra vita, potrebbe essere l’unica fragola che mangeremo in tutta la vita. Questo dato può deprimerci oppure possiamo finalmente apprezzarlo e rimanere incantati di fronte al valore inestimabile di ogni singolo istante di esistenza.
©www.nicolettacinotti.net dalla Rubrica di citazioni “Addomesticare pensieri selvatici”
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