
Devo ammettere che faccio molta fatica a sostenere le notizie di attualità. Non è successo tutto insieme: è stata una perdita graduale, non di interesse, ma di motivazione. Aiutata dalla difficoltà a stare davanti ad uno schermo televisivo. La televisione ha un effetto molto distraente su di me. Vedo la televisione e mi passa la voglia di guardarla: inizio a leggere, scrivere, bere, mangiare. Tutto è meglio che guardare la televisione. Aiutata da mio marito che è, invece un fanatico dello zapping. Non ho ancora capito come faccia a decidere cosa guardare cambiando canale ogni 30 secondi.
Rimaneva il quotidiano e i settimanali di approfondimento. Prima ho iniziato a tagliare le notizie di politica italiana con la convinzione che ormai fosse praticamente impossibile un reale cambiamento e una reale informazione. Quasi contemporaneamente ho tolto le notizie di cronaca, con la motivazione che spesso ingigantiscono l’orrore. Tanto, pensavo, mi rimane l’economia, lo sport e le vicende internazionali. Dopo l’elezione di Trump e la vicenda missilistica della Corea del Nord, ho iniziato a sfogliare con disattenzione le pagine di politica internazionale. Al momento mi rimane solo l’economia e lo sport: non sono certo notizie perfette. Ma la carta rosa dei giornali economici e sportivi mi consola un po’.
Ad essere sincera mi vergogno di questo evitamento: so che cerco di proteggermi da una realtà che è dietro l’angolo o meglio che è davanti a me. Anzi nella quale sono immersa. In più mi sento ignorante e questo è abbastanza imbarazzante. Il problema dev’essere comune tanto che Lion’s roar, un mensile americano a cui sono abbonata, ha affrontato con piglio deciso l’argomento.
Come seguire le notizie in un modo che nutra e non diminuisca il nostro benessere?
Con questa domanda, mi sono detta, bisogna proprio leggere l’articolo. Ecco, in breve i loro consigli che si basano su cosa sorge nel momento della lettura delle notizie (evidentemente anche Holly Stocking esclude la televisione:già questo mi fa sentire meglio)
- se sorge la rabbia rendila oggetto di compassione e pazienza. Questo non significa perdonare chi reca danno agli altri ma agire con mente e cuore aperto
- se sorge disperazione e paura (questo è il mio caso) ricorda che gli eventi peggiori possono essere occasioni per il sorgere della saggezza e, in più, la paura può essere d’aiuto nello sviluppare un comportamento adeguato alle circostanze. Quando ci abbandoniamo alla disperazione dimentichiamo che un piccolo atto può fare una enorme differenza
- se compare cinismo o sollievo per la nostra situazione di sicurezza ricorda che qualsiasi emozione può essere oggetto di esplorazione consapevole e, in questo caso, potrebbe essere una risposta alla compassion fatigue
Non so se mi sono sentita redenta dal mio evitamento però l’ultima frase mi ha fatto sorridere “Minding the news, educa te stesso ad essere un guerriero di pace”. Così vulnerabili guerrieri come me possono incominciare a rileggere il giornale tranquilli?
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore e correre in montagna
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio. Short edition
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