
«L’uomo ragionevole adatta se stesso al mondo, quello irragionevole insiste nel cercare di adattare il mondo a se stesso. Così il progresso dipende dagli uomini irragionevoli.» ––George Bernard Shaw
originale, [o-ri-gi-nà-le] agg., L’origine o la fonte di qualcosa; ciò da cui un oggetto o una realtà sorge, procede o deriva. originale, [o-ri-gi-nà-le] s.m., Un’opera, un oggetto o una realtà di natura unica o singolare; una persona che si distingue dalle altre per una qualche peculiarità o caratteristica; una persona dotata di spirito d’iniziativa o di doti inventive.
Anni fa, gli psicologi hanno scoperto che esistono due strade per raggiungere il successo: il conformismo e l’originalità. Il conformismo consiste nel seguire la massa comportandosi in modo convenzionale e rispettando lo status quo. L’originalità consiste invece nell’imboccare la strada meno trafficata, proponendo idee nuove che si oppongono all’opinione comune ma che alla fine si rivelano migliori.4 Ovviamente nulla è mai completamente originale, nel senso che tutte le nostre idee sono influenzate da ciò che impariamo osservando il mondo intorno a noi.
Prendiamo continuamente in prestito i pensieri altrui, intenzionalmente o no. Siamo tutti vulnerabili alla «kleptomnesia», il fenomeno per cui identifichiamo come nostra un’idea che è di qualcun altro. In base alla mia definizione, l’originalità consiste nell’enunciare un’idea relativamente insolita in un particolare ambito, e che abbia il potenziale di migliorarlo. L’originalità prende le mosse dalla creatività: la generazione di un’idea al contempo nuova e utile. Ma non basta: le menti originali sono persone che prendono l’iniziativa di trasformare le loro visioni in realtà.
L’idea di fondo è che le persone siano motivate a razionalizzare lo status quo considerandolo legittimo anche quando va direttamente contro i loro interessi. Uno degli studi ha seguito un gruppo di elettori americani, democratici e repubblicani, prima delle elezioni presidenziali del 2000. Quando George W. Bush era in vantaggio nei sondaggi, i repubblicani lo consideravano più desiderabile: ma anche i democratici, che stavano già preparando giustificazioni per il nuovo status quo previsto. Lo stesso accadeva quando aumentavano le probabilità di successo di Al Gore: sia i repubblicani sia i democratici lo giudicavano più favorevolmente. A prescindere dalle ideologie politiche, quando un candidato sembrava destinato a vincere gli elettori lo apprezzavano di più. Quando le sue probabilità calavano, piaceva di meno. Giustificare le condizioni già esistenti svolge una funzione tranquillizzante. È un antidolorifico emotivo: se è previsto che il mondo vada in questo modo, non abbiamo motivo di sentirci insoddisfatti. Ma l’acquiescenza ci priva della rabbia morale necessaria per opporci alle ingiustizie, e della volontà creativa di immaginare una situazione diversa e possibile.
Grant, Adam. Essere originali (Italian Edition) . Hoepli. Edizione del Kindle.
©www.nicolettacinotti.net per la Rubrica, “Addomesticare pensieri selvatici”