
Ci sono parole che delimitano un confine nitido, altre che si assomigliano ma portano una differenza fondamentale. Accettazione e rassegnazione sono parole che portano una differenza fondamentale eppure vengono spesse confuse.
L’accettazione significa fare i conti con le cose così come sono: non è un atto eroico. È prendere contatto con la realtà. Non è invocare guai: è fare i conti con i guai che già abbiamo, senza chiamarne altri in causa. È un passaggio fondamentale della mindfulness perché lottare contro la realtà è una fonte di dolore e di stress destinato a non portare risultati. Per attivare qualsiasi cambiamento dobbiamo partire da dove siamo. Che non significa rimanere per sempre nello stesso punto. Significa ripartire da lì per recuperare le proprie energie, per toglierle dalla lotta inutile e spostarle verso qualcosa di costruttivo e vitale. Qualcosa di dinamico.
La rassegnazione – invece – è un atto totalmente statico. È credere che le cose rimarranno per sempre nello stesso modo. È confondere l’accettazione con la sconfitta. È pensare di poter decidere che il futuro sarà sempre uguale al passato. È uno degli atti mentali più depressogeni che possiamo fare. È la rinuncia a percepire. Il carattere spesso è il più alto esempio di rassegnazione della nostra vita: ci spinge a ripetere sempre gli stessi errori. Niente di più diverso dall’accettazione che ci chiede, invece, di essere svegli, di farci vivi, di sentire momento per momento la nostra vita e di aprirgli la porta. Quando accettiamo non chiudiamo fuori la realtà: la facciamo entrare, lasciamo che scompigli i nostri sentimenti. Lasciamo che tiri la manica del cuore, che svegli i buchi del groviera della nostra anima. L’accettazione ci fa risorgere dove la rassegnazione ci fa seppellire.
Abbiamo il diritto all’accettazione: è l’unica possibilità per cambiare. Gli eventi di questi giorni ne sono un esempio. Rassegnarsi vorrebbe dire lasciare le nostre coste abbandonate. Accettare vuol dire partire dai danni per ricostruire. (Per favore ricostruite!)
Accettare vuol dire imparare dall’esperienza e lasciare che trasformi con saggezza la nostra vita, le nostre scelte. Rassegnarsi vuol dire smettere di imparare, ristagnare nel dolore, nella passività. Fatti vivo, scegli l’accettazione!
Stare fermi fa conoscere i movimenti della mente. Ci apriamo. Ad accogliere. A non subire. A non interferire. Ad accogliere con fiducia qualsiasi cosa ci capiti. Chandra Livia Candiani
Pratica di mindfulness: Il panorama della mente
© Nicoletta Cinotti 2018 Cambiare diventando se stessi