
Può sembrare che praticare sia mettere da parte quello che facciamo, le cose quotidiane di ogni giorno. Che sia necessario un tempo separato, aggiunto agli impegni del quotidiano. Così diventa davvero difficile trovarlo, questo tempo speciale, questo tempo, fuori dal tempo. Invece, in qualunque luogo avvenga, praticare è entrare totalmente dentro quello che sta avvenendo.
Non so perchè lo consideriamo un mettersi fuori, da parte o isolarsi. Forse perchè l’ordinario della nostra vita è stare sempre un po’ divisi. Metà attenzione qui, metà a quello che pensiamo. E per quelli di noi più dotati, quello che pensiamo magari non è una cosa sola ma più cose contemporaneamente. È per questo che quando pensiamo di praticare ci sembra impossibile avere lo spazio per aggiungere ancora qualcosa. Invece, strano a dirsi, praticare non aggiunge proprio niente. Anzi, inizia proprio a partire dal fatto di non aggiungere nulla. E poi di entrare completamente in quello che c’è, senza divisioni.
È li che scopriamo la bellezza ed è lì che incontriamo la difficoltà perchè siamo abituati ad essere un’anima divisa, a volte addirittura frammentata. Così quello che ci rende integri sembra improvvisamente assurdo e irrealizzabile. Eppure è semplice: non aggiungere nulla, non fare nulla. Essere totalmente in quello che siamo, senza andare altrove. Wang Xiang Zhai, un maestro di arti marziali, lo racconta con semplicità quando dice “in qualsiasi direzione tu vada, vacci con il cuore” perchè è proprio la mancanza di cuore che permette alla nostra mente di essere divisa. È la mancanza di cuore che ci rende deboli, non la mancanza di forza muscolare.
Così quando siamo distratti, quando ci rendiamo conto che la nostra mente vaga senza direzione, per tornare a casa potremmo chiederci in quale direzione sta andando il nostro cuore in quel momento. E entrare completamente in quella direzione, in quella sensazione, in quell’attimo. La pratica non richiede aggiunte: richiede di seguire la direzione in cui sta andando il cuore per conoscerla. Quello ci riporta a casa, anche se da casa siamo lontani mille miglia.
Dovremmo sapere che un grande movimento non è buono come un piccolo movimento, che un piccolo movimento non è buono come la quiete. Dovremmo sapere che solo la quiete è un movimento senza fine e che movimento e immobilità sono la base l’uno dell’altro. Essence of Combat Science — Wang Xiang Zhai
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2018 Il protocollo MBSR