
In questi giorni c’è il ritiro. Forse non lo dovrei dire io ma è stato bellissimo trovarmi in questa comunità di meditanti. Ho capito che non si può insegnare la mindfulness ma solo condividerla. Per questa ragione amo tanto i ritiri e la pratica in gruppo: sono momenti in cui si realizza questa condivisione e permettiamo alla saggezza collettiva di sprigionarsi.
“Parlare serve” mi ha detto con stupore il partecipante più giovane al ritiro (Tanto giovane che il consenso informato è stato firmato dai suoi genitori!). Sì, gli ho risposto, parlare serve quando le parole nascono dal silenzio, nascono dalla consapevolezza. In quei momenti il nostro compagno di pratica diventa il testimone della nostra esplorazione, del nostro inquiring, e il processo di trasformazione diventa sia un processo verticale – che va in profondità – che orizzontale. È questa qualità di comunicazione che ci fa crescere ed è quella che cerchiamo. È quella che tocca il cuore quando leggiamo e che ci fa sentire parte di uno stesso, unico processo anche quando siamo distanti. È quella che speriamo accompagni il crescere delle nostre relazioni affettive perché sentiamo che l’amore finisce quando smettiamo di parlarci davvero.
Le parole costruiscono relazione e legame quando raccolgono la nostra voce che – spesso – non è la voce dei nostri pensieri e nemmeno la voce delle storie già conosciute su di noi. Parlare serve – come ha detto il giovane praticante – quando le parole raccolgono quello che il silenzio – e l’ascolto – hanno seminato. Altrimenti è come disperdere al vento semi che non sappiamo se troveranno mai dimora. Non è un caso che il mondo inizi con un suono – Om – nella tradizione indiana e con il Verbo nella tradizione cattolica. Perché in quel suono, in quel verbo, c’è una forza generatrice. E quando condividiamo questa forza generatrice le nostre parole non sono mai inutili. Forse sono poche ma brillano come gioielli.
Sono queste le parole che nascono dalla pratica e, come quel suono originario, hanno la forza di dare vita ad una storia completamente nuova. Una storia che si rinnova respiro dopo respiro. Noi non siamo spaventati dall’ombra ma dalla luce. Non siamo spaventati dalla stasi ma dal cambiamento. Accorgercene ci trasforma in vulnerabili guerrieri.
Il coraggio è rinunciare alle barriere che la paura frappone tra noi e il mondo.
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2019