
Non è impossibile capire che cosa ci fa bene. Anzi, direi che nella maggioranza delle situazioni lo sappiamo. Sappiamo cosa ci fa bene e cosa no. Sappiamo che sbagliamo e andiamo in quella direzione: a volte per sfida, altre volte per allegria, altre volte per semplice distrazione.
Cos’è che non ci fa realizzare quello che abbiamo scoperto, che sappiamo già che ci fa bene? Com’è che i miei pazienti mi dicono “praticare mi fa bene, lo sento ma lo faccio poco”. E così via per tante buone abitudini. Me lo domandano spesso e me lo domando anche per me. Anch’io evito cose che so che mi farebbero bene o che mi farebbero stare meglio. Rimango al calduccio delle vecchie abitudini e ci vuole uno sforzo enorme, a volte, per interromperle. David Steindl Rast offre una risposta che non mi sembra niente male. Lui dice non lo facciamo perché la verità è contagiosa e se facciamo qualcosa che ci fa bene non si limita solo a quell’aspetto. Coinvolge, a catena, tanti altri aspetti che non siamo disponibili a cambiare. La verità è contagiosa, la sua luce si diffonde. Così la fermiamo. Ci rendiamo conto che aprirebbe un cambiamento a catena, inevitabile e inarrestabile ma noi vogliamo evitare tutta questa rivoluzione. Vogliamo avere le redini della situazione in mano .
È la storia della moglie di Lot. Insieme si stavano allontanando verso la salvezza. Non avevano nessun pericolo da correre. Dovevano solo evitare di guardare indietro. Potevano semplicemente essere grati di quella strada di salvezza aperta davanti a loro. E se la gratitudine li avesse invasi, la felicità per quella possibilità sarebbe stata più grande di qualsiasi tentazione. Bastava guardare avanti, a quella vita nuova che li aspettava. Se si fossero guardati indietro sarebbero stati trasformati in una statua di sale. In effetti il Dio del Vecchio testamento non scherza mai: punizioni esemplari proprio come la nostra peggiore versione del Super-Io. La moglie di Lot non resisté, si guardò indietro e fu immediatamente trasformata in una statua. Poteva guardare avanti e andare, come Lot e la figlia, nella direzione della novità e del cambiamento ma, come facciamo molto spesso anche noi, non potè evitare di voltarsi indietro. E questo la lasciò per sempre in quella posizione: una statua di sale perché il sale è l’ingrediente nascosto delle lacrime.
Non è la gioia la radice della gratitudine. È la gratitudine la radice della gioia. David Steindl Rast
Pratica di mindfulness: Addolcire, confortarsi, aprire
© Nicoletta Cinotti 2019 Il protocollo MBSR
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