
Tutto, in questo momento della mia vita, sembra in ritardo. Non c’è una sola cosa che mi sembri puntuale. In ritardo e con il senso del disordine che il ritardo mi dà. Mi piacerebbe così tanto essere sempre precisa, in ordine e puntuale.
Invece no. Lotto con il ritardo che sento mi rincorre come se fosse un cagnolino alle calcagna.
Una sola cosa oggi sembra essere puntuale: mio padre. Mio padre è sempre stato puntuale. Non l’ho mai visto spettinato o con la barba lunga. Mai visto fuori posto. Sapeva sempre prendersi un posto e occuparlo. Senza troppe parole. Anche oggi ha preso, con la sua consueta puntualità, il suo posto nell’ordine delle cose. Non è arrivato né troppo tardi né troppo presto. È arrivato al momento giusto e con leggerezza ha saputo capire quando era il momento giusto.
Perché con intelligenza e ironia sapeva essere presente e guardare anche un passo oltre: era questo il segreto della sua puntualità. Accanto alla puntualità aveva un’altra dote, una pazienza incredibile. Non era puntuale per frettolosità o ansia. È la persona più paziente che io abbia conosciuto e quella meno reattiva. Io spero che queste due doti siano la sua eredità: saper stare al mio posto paziente.
Nei prossimi giorni non so se scriverò: non è perché sono in ritardo ma perché devo seguire gli effetti della sua puntualità. Perché le persone puntuali sono così: costringono anche gli altri a rimettere ordine nelle cose. Lui mi ha appena dato una sonora lezione di priorità. A prestissimo!
Nicoletta