
Forse conosci anche tu la favola di Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore” ma te la racconto brevemente. È la storia di due personaggi che si presentarono alla corte dell’imperatore dicendo che sapevano tessere una stoffa bellissima e preziosa che aveva una straordinaria qualità. Solo chi era adeguato al suo ruolo riusciva a vederla. Così l’imperatore pensò di farsi fare un vestito con quella stoffa per scoprire subito quale dei suoi aiutanti non fosse adatto al suo ruolo. Nessuno vedeva la stoffa perché la stoffa non c’era; nessuno aveva il coraggio di ammetterlo perché avrebbe voluto dire ammettere di non essere adeguati. I due truffatori approfittarono di questa paura e così si arrivò al punto che la stoffa fu usata per fare un abito nuovo per l’imperatore. Nessuno vedeva quell’abito – nemmeno l’imperatore – ma nessuno ebbe il coraggio di dirlo per timore di svelare la propria inadeguatezza. Fino a che ci fu la grande parata in cui tutti i cittadini avrebbero visto l’imperatore con quell’abito nuovo. La folla lo acclamava – tutti facendo finta di vedere il suo vestito – fino a che un bambino urlò “Il re è nudo!”
Solo la sua innocenza e fiducia in ciò che percepiva permisero di svelare l’inganno: il re era nudo, vestito solo della sua paura dell’inadeguatezza, propria e altrui. Era questo che l’aveva reso vulnerabile all’inganno e che lo costringeva a negare la verità: non c’era nessuna stoffa, nessun vestito. C’erano due truffatori che erano stati profumatamente pagati e che se ne erano andati appena consegnato il vestito inesistente.
Questa storia non è tanto lontana dalla realtà: molte volte rifiutiamo la verità di quello che sentiamo per paura di essere inadeguati e finiamo così per ingannarci. Vogliamo mantenere integra la nostra immagine e rifiutiamo di riconoscere quello che ci dice la nostra voce interiore “i vestiti non ci sono” corrisponde a “le cose stanno proprio come le vedi”.
Questa negazione non ferisce solo la nostra intelligenza: ferisce la nostra possibilità di cambiamento. Negare non elimina il problema, lo rende più consistente. Il re è nudo, la realtà è la realtà. Quale libertà è più grande e rivoluzionaria del riconoscere le cose proprio come sono?
È possibile ascoltare bene solo quando si tollera di non capire. Peter Bischsel
Pratica di mindfulness: Aprire e non chiudere
© Nicoletta Cinotti 2018