
Siamo considerati, forse a torto, un popolo di disobbedienti creativi. Così quando sono arrivati i vari decreti – di venerdì, spesso piuttosto tardi – il fatto che siano stati rispettati in tempi brevi, che siano stati compresi, in tempi brevissimi e applicati, dalla stragrande maggioranza, con senso civico e solidarietà potrebbe avere sorpreso. Sono stati rispettati non perché siamo ubbidienti ma perchè siamo consapevoli della differenza che c’è tra verità e menzogna.
Non rispettiamo regole che sentiamo ipocrite e ci fidiamo di chi, magari in modo confuso, fa un uso diretto della verità. In tutti i gruppi sociali è così: dalla famiglia alle relazioni tra colleghi e amici. Perdoniamo l’errore ma non la mala fede. Perdoniamo difetti e sbagli purché siano sinceri. Basta vedere quello che succede tra genitori e figli: condoniamo qualsiasi cosa ma non la menzogna. Perché la menzogna, l’ipocrisia, rompono l’ingrediente basilare di qualunque alleanza, di qualunque relazione: la fiducia. Un’alleanza che continuerà ad essere viva fino a che continuerà ad esserci un clima di verità.
È questo l’effetto della quarantena in famiglia: svela quella che è autentico, rivela quello che è ipocrita. Con la forza assoluta e radicale di un microorganismo che non fa distinzioni di sorta. Ci mette di fronte alle nostre scelte e responsabilità individuali. Non possiamo nasconderci nella maggioranza silenziosa. E nemmeno negli errori degli altri, di nostro padre o nostra madre, di nostro marito o di nostra moglie. La quarantena ci mette di fronte alle nostre qualità: siamo responsabili delle nostre azioni in modo personale.
Così questa quarantena rivela: rivela la verità sulle nostre relazioni – troppo vicine o troppo lontane. Rivela la verità sul nostro egoismo e sulla nostra solidarietà. Rivela il nostro coraggio e la nostra paura. Rivela una volta di più, se ce ne fosse bisogno, che la morte e la vita convivono e, quando ce ne accorgiamo, rompono quel mare di ghiaccio che è dentro di noi e rendono più facile l’emergere della verità. Se riusciamo a guardare la verità possiamo guardare, insieme, anche il perdono. Perché perdono e verità vanno sempre insieme. È la menzogna quella che non riusciamo a perdonare. La verità la perdoniamo sempre. Quando è ammessa apre qualsiasi comprensione. Quello che non perdoniamo è sempre l’ipocrisia e la più grande delle ipocrisie è la perfezione.
Credo che non ti amerei tanto se in te non ci fosse nulla da lamentare, nulla da rimpiangere. Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, non hanno inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore. A loro non si è svelata la bellezza della vita. Boris Pasternak
Pratica di mindfulness: Upekka e Karuna oppure Pratica live su FB
© Nicoletta Cinotti 2020 Back to basics 14
Venerdì 3 Aprile alle 9.30 (questo venerdì) sulla mia pagina FB presento il libro di Susan Bögels, Mindful Parenting.
Un libro che ci aiuterà a portare la verità in famiglia!