
Siamo tutti alla ricerca di esperti. Esperti in qualsiasi disciplina. Esperti a cui possiamo chiedere qualsiasi cosa per poi, silenziosamente, masticare dentro di noi la risposta dell’esperto e, molto spesso, trovarla inadatta. Non è solo una nostra personale tendenza all’insoddisfazione. Semplicemente le risposte giuste molto spesso non possiamo trovarle fuori di noi ma abbiamo bisogno di trovarle dentro di noi. Magari mettendoci in dialogo interiore con la risposta che ci è stata offerta dal mondo esterno. Abbiamo bisogno non tanto di una risposta preconfezionata quanto di strumenti di esplorazione e comprensione che ci permettano di trovare la nostra risposta. Sarebbe davvero bello se qualcuno decidesse al posto nostro? Se qualcuno ci dicesse cosa fare e noi, come bambini, avessimo solo da obbedire diligenti, annullando la riflessione personale? Ammesso e non concesso che esistano bambini diligenti penso che, alla fine, troveremmo insopportabile tutta quella sicurezza che non proviene da noi. Desideriamo il parere dell’esperto solo per coprire la nostra costante paura di sbagliare, la nostra costante apprensione di fare la scelta sbagliata e pentirsene subito dopo, quando pensiamo che sia troppo tardi. La nostra mitologica idea che esista un unico treno su cui salire, un unico momento giusto, una sola scelta giusta e una sola persona giusta amplifica questa paura. E coltiva un pensiero totalitario. Cresciamo così nell’apprensione dell’errore. Tanto che, a volte, siamo paralizzati anche di fronte alle scelte più banali. Come se la vita fosse una sorta di tirassegno con un unico colpo a disposizione. E avessimo pochi secondi di tempo per sparare al centro del problema.
Abbiamo solo paura di sbagliare e paura di non sapere. Abbiamo paura del disaccordo che è, invece, uno scalino fertile per l’esplorazione. Non veniamo educati a coltivare la riflessione e la saggezza, a transitare nel disaccordo per arrivare insieme da qualche altra parte. Veniamo educati a comprare la saggezza (e le convinzioni) altrui. Un vero amico, un vero confidente, un vero esperto, non ci vende la sua saggezza. Aiuta a sviluppare la nostra risposta. La capacità di riflettere è una dotazione innata per tutti che va solo allenata. Sono davvero pochissime le situazioni in cui dobbiamo affidarci interamente ad un esperto senza mettere in gioco la nostra riflessione, senza mettere in gioco anche le nostre carte. Forse nessuna. Il disaccordo non è un pericolo: è il momento in cui dovremmo poter iniziare un dialogo.
Semplicemente siamo afflitti da una sorta di pigrizia riflessiva. Nel momento in cui sentiamo sorgere una domanda dentro di noi cerchiamo quella che ci sembra la via più sicura ed è, invece, solo la via più impersonale. Ci facciamo tentare dalla comodità ma quella comodità ha vita breve se non coltiviamo quello che ci viene offerto con la nostra saggezza. È necessario metterci del nostro e più lo facciamo in modo consapevole e più otteniamo un doppio risultato: saremo più soddisfatti di come avremo affrontato la nostra difficoltà e avremo coltivato la nostra saggezza. Che dovrebbe crescere con l’età. Questo è il grande regalo che mi ha fatto la mindfulness e il protocollo MBSR: mi ha dato strumenti per crescere in saggezza. Questo è il mio lavoro: coltivare la saggezza. Perché la saggezza si può solo coltivarla. Per sé e per gli altri.
Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell’azione umana sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse visioni del giusto, dell’ingiusto, e così via. Nell’idea dell’armonia e del consenso universale, c’è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali. Alla fine questa è un’idea mortale, perché se davvero ci fosse armonia e consenso, che bisogno ci sarebbe di tante persone sulla terra? Ne basterebbe una: lui o lei avrebbe tutta la saggezza, tutto ciò che è necessario, il bello, il buono, il saggio, la verità. Penso che si debba essere sia realisti che morali. Probabilmente dobbiamo riconsiderare come incurabile la diversità del modo di essere umani. Zigmunt Bauman RaiNews24, 2003.
Pratica di mindfulness: Praticare pausa
© Nicoletta Cinotti 2019 Il protocollo MBSR inizia la prossima settimana sia a Genova che a Chiavari e Torino: una occasione da non perdere per coltivare la nostra saggezza
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