
C’è una apertura ogni mattina, quando incontro la giornata. Un’apertura ogni volta che incontro qualcuno. Non è un’apertura scontata, automatica. Non sempre è ampia e generosa. A volte mi affaccio agli altri stando in uno spiraglio di apertura. Altre volte invece la porta è spalancata. Non è così solo per me: abbiamo tutti una porta verso l’esterno di cui regoliamo l’apertura sulla base del nostro umore.
Così, molto spesso, quando accettiamo o rifiutiamo qualcosa non parliamo davvero dell’altro ma affermiamo qualcosa di noi. Qualcosa che dichiara la nostra disponibilità al contatto, all’incontro, all’intimità.
Se siamo stanchi o feriti rimaniamo in una posizione difesa, protetta da questa porta. Ci sono poche situazioni in cui la porta è sempre aperta e poche persone con le quali è davvero sempre aperta. Succede quando ci innamoriamo e non importa se l’innamoramento è per una persona o per un’attività. Quella passione fa aprire la porta e andare oltre i confini consueti. È interessante perché non è un’esperienza costruita ma qualcosa che va oltre la nostra intenzione e volontà. Non siamo obbligati a seguirla ma il desiderio di seguire quella passione può essere fortissimo. Forse ci racconta un’inganno: un inganno che svanisce quando, finito l’innamoramento entriamo nel territorio dell’amore. O forse ci dice più verità di quanto siamo disposti a tollerare e quindi, lentamente, richiudiamo la porta in modo che sia aperta quel tanto che basta per vivere. Il punto però è che chiudendo quella porta molto spesso non chiudiamo l’accesso all’altro ma chiudiamo l’accesso a quella nostra intima grandezza che sperimentiamo quando siamo innamorati. Anche della pratica di meditazione possiamo innamorarci. Si chiama ardore (parola da salvare in tutti i sensi). Possiamo rinunciare all’ardore nella nostra vita? Non è l’ardore che ci rende ardimentosi e ci permette di rischiare qualcosa di nuovo, di bello, di vivo?
Possiamo scegliere di non essere innamorati senza rinunciare ad essere vivi?
Dal crepacuore ci difendiamo rinunciando ad amare e dalla morte rinunciando a vivere. Alexander Lowen
Pratica del giorno: La classe del mattino
© Nicoletta Cinotti 2019 Scrivere la mente nel territorio dell’amore