
La magnolia vicino a casa ha avuto una fioritura maestosa quest’anno e anche il piccolo pruno ha iniziato a fiorire qua e là nelle case e sul monte. Loro non si preoccupano delle chiusure e nemmeno della pandemia. Noi sì. Cerchiamo di arrivare alla nostra primavera, a quella in cui potremo fiorire di nuovo e nel frattempo, nel chiuso, cerchiamo le nostre aperture. Perché non è mai tutto chiuso e c’è sempre qualcosa dentro di noi che aspetta di fiorire, che aspetta di venire la luce. Lo fa attraversando il buio. A volte attraversando la dimenticanza.
Quello che aspetta di fiorire ha bisogno di calore, ha bisogno di affetto e di cura. Se non possiamo fare altro, questa è la base. Dare a noi stessi affetto e gentilezza perché quello che ancora non è visibile ma vorrebbe mostrarsi, possa fiorire. La terra copre i semi con l’oscurità, la luce li accoglie per farli crescere.
Pensiamo a questo momento dell’anno così, come la transizione tra qualcosa che ancora non vediamo e qualcosa che sta per fiorire. In fondo la primavera ha bisogno del nostro coraggio per mostrare il suo rigoglio. In fondo la nostra vita non è solo pandemia.
Dal 22 al 28 Marzo teniamoci compagnia. Diventiamo la Compagnia della fioritura. Ogni mattina alle 8 incontriamoci su Zoom per praticare insieme. 15-20 minuti di pratica per far fiorire quello che ancora non vediamo e che aspetta la nostra primavera.
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Alla fine del mio soffrire c’era una porta. da L’iris selvatico di Louise Glück
Pratica di mindfulness: Intimi con il respiro
©Nicoletta Cinotti 2021 Reparenting ourselves
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