
I nodi del bambù ci ricordano che spesso la crescita è segnata da un momento di crisi o di difficoltà e che la cosa importante è quella crescita che avviene dopo la crisi.
Così Marco Aliprandini san, maestro di Aikido del dojo di Merano, ci racconta una storia tra Giappone e l’Italia. La storia di un maestro e del suo allievo che forse è la storia che scriviamo quando cresciamo e incontriamo qualcuno che si mette alla distanza giusta per farci crescere senza soffocare e disegna così la storia della nostra formazione. Forse dovremmo dire la storia dell’Aikido, un’arte marziale che porta nel nome tre diversi ideogrammi. Ai che significa Armonia, Ki che significa energia ma anche carattere, spirito, anima e infine Dō, la via. Una via che richiede forza, flessibilità e cedevolezza. Una strada in cui si sceglie di agire senza intenzione ma di riconoscere e fluire con l’intenzione che ci si pone davanti. Invito non banale a lasciare che tutto si componga, trovando da solo la sua forma.
Marco Aliprandini non è nuovo alla scrittura e nemmeno alla poesia. È del 2000 la sua raccolta di poesia Di(e)verse e del 2003 il libro Verso Dove.Scritture di confine da Merano a Trieste, scritto insieme a Laura Mautone. In questo libro disegna un percorso che racconta l’irraccontabile, come un’arte marziale passa dal dare forma al corpo al dare forma all’anima.
Queste sono parole. Parole che non hanno la consistenza del sasso o della pietra, la scorrevolezza dell’acqua o l’elasticità della corteccia. Sono parole che non hanno ordine ma dentro di me sono l’unica cosa che mi rimane, l’unica cosa a cui riesco ad aggrapparmi Marco Aliprandini in “I nodi del bambù”
© Nicoletta Cinotti 2022 per la Rubrica “Addomesticare pensieri selvatici”