
Dire che l’espressione nasce dalla spontaneità è giocare facile. In bioenergetica è anche giocare duro perché la nostra spontaneità ha un antagonista d’eccezione: il nostro controllo che non ha voglia di andare in vacanza quasi mai (nemmeno quando siamo in vacanza).
La qualità dei nostri movimenti infatti è determinata da due aspetti che si intrecciano tra di loro che sono proprio la spontaneità e il controllo. Aspetti che si intrecciano in tutti i livelli espressivi, anche in quelli scritti o verbali. Il nostro corpo ha una sua espressività naturale che cambia continuamente ma la nostra mente non sempre è d’accordo nel lasciar esprimere questa spontaneità: a volte abbiamo ragione ma, molto spesso, la vera origine del controllo non è affatto razionale. È retta dalla paura e dalla rabbia. Dalla paura di mostrare le nostre emozioni avversative, dalla paura delle loro conseguenze e dalla necessità di contenere gli aspetti aggressivi. In una certa misura il controllo rende le nostre azioni più efficaci perché ci permette di incanalare la nostra energia per raggiungere un fine desiderato. Se il nostro controllo è sano non diminuisce la spontaneità del corpo. Anzi ne aumenta la coordinazione.
il problema è quando esageriamo con il controllo e diventiamo compulsivi. Quando siamo compulsivi i nostri movimenti diventano rigidi e meccanici e perdiamo la spontaneità; i nostri freni sono tirati e le nostre azioni diventano a singhiozzo. Un po’ agiamo, un po’ ci tratteniamo temendo di lasciar andare l’aspetto di rigidità del controllo finiamo per ridurre la nostra espressività e per sentirci, anche fisicamente, soffocare. Questa rigidità si manifesta sempre anche a livello corporeo: a volte con il collo rigido o le labbra serrate, altre volte con movimenti meccanici. Perché facciamo tutto questo? Perché sentire, e quindi esprimere, è considerato pericoloso. Pericoloso in una maniera irrazionale. Solo quando ci lasciamo qualche margine di libertà scopriamo che, dire qualcosa spontaneamente non fa cadere il mondo. Ci rende più vivi, oltre che più visibili, ma non necessariamente ci fa diventare il bersaglio di un tiro a segno.
Quando lavoriamo con il corpo mi metto lì, proprio nel punto in cui il controllo diventa eccessivo. Proprio nel punto in cui quel controllo blocca la capacità espressiva. Perchè so che ripristinare la naturale spontaneità del corpo è il primo passo per tornare ad essere felici di vivere, anche quando la nostra vita è difficile. Nessuna difficoltà è peggiore del vivere senza darsi parola. Nessuna difficoltà è peggiore del soffocare la nostra vera natura. È come vivere sempre in una giornata di pioggia.
Comincia con il respiro, poiché una respirazione limitata diminuisce la carica energetica disponibile per il movimento e impone alla motilità del corpo un’ulteriore limitazione…finché il respiro non è inibito ed è profondo non ci sono blocchi funzionali al flusso delle emozioni. Alexander Lowen
Pratica di mindfulness: Consapevolezza del respiro e del corpo
© Nicoletta Cinotti 2019 Cambiare diventando se stessi