
La mattina, al risveglio, per chi è ansioso o un po’ depresso, può essere difficile. Difficile perché il nostro organismo è programmato per darci una bella scarica di adrenalina nel flusso sanguigno, per svegliarci. Una sorta di orologio biologico che entra in azione una mezz’ora prima di aprire gli occhi. L’adrenalina, prodotta dalle surrenali, ha il compito di toglierci dal sonno, dalla immobilità motoria della notte. Serve per rimetterci in moto ma, se il nostro livello di adrenalina è abbastanza alto di base, serve anche per gettarci nella preoccupazione. E nell’ansia.
È per questo che le pratiche, in tutte le tradizioni spirituali, iniziano al risveglio, presto, appena scesi dal letto: per regolare il nostro meccanismo adrenalinico e cogliere quella freschezza percettiva che l’adrenalina ci regala, a volte non tanto a buon mercato. Il costo dell’adrenalina è alto, in tutti i sensi. Ci tiene attivi, ci “tira su”. A volte tanto su che non riusciamo ad alternare il nostro andare verso l’alto con la possibilità di scendere e lasciare andare. Con il grounding, in bioenergetica, facciamo proprio questo: cerchiamo di mettere equilibrio tra la necessità di salire e di scendere. In fondo rifacciamo, con il corpo, la stessa cosa che facciamo con tutte le funzioni vitali: ristabiliamo una pulsazione.
Che bisogno c’è di farlo intenzionalmente, ti chiederai, se è una funzione vitale e quindi fisiologica? Abbiamo bisogno di farlo intenzionalmente perché le contrazioni del corpo e della mente ci fanno dimenticare la fisiologia e ci tengono o troppo su – verso l’ansia – o troppo giù, verso la depressione, senza quella necessaria flessibilità tra alto e basso di cui abbiamo tanto bisogno per sentirci bene.
Così, alla fine, se dovessi dare una definizione di grounding direi che è la nostra capacità di stare verso il cielo, verso l’alto e di scendere verso il basso. È la stessa cosa che facciamo con gli occhi e con lo sguardo: l’apriamo verso il mondo esterno e l’apriamo verso il mondo interno. Non potremmo stare sempre ad occhi aperti. C’è una grande bellezza nel chiudere gli occhi e aprirli verso di noi. Perchè gli occhi hanno sempre fame di quello che vedono. E se non ci guardiamo mai non avremo mai fame di noi.
Mi sveglio e dico: sono perduta.
È il mio primo pensiero all’alba.
Comincio bene la giornata
con questo pensiero assassino.Signore, abbi pietà di me
– è il secondo, e poi
scendo dal letto
e vivo come se
nulla mi fosse accaduto.
Pratica del giorno: Grounding o la classe del mattino. Alle 8 di mattina su FB la pratica live (ma rimane tutto il giorno)
© Nicoletta Cinotti 2020 Back to basics 6
[ecs-list-events design=”columns” limit=’6′ cat=’protocollo-mbct’ thumb=’true’ excerpt=’true’ viewall=’false’ venue=’true’ contentorder=’date, title, venue, excerpt, thumbnail’]
[…] https://www.nicolettacinotti.net/dellansia-ovvero-la-difficolta-di-lasciar-andare-e-di-lasciar-scendere/ […]