Il tema dello stress sta incontrando un crescente interesse sia per la sua connessione con l’instaurarsi di disturbi fisici e psichici che per le potenzialità trasformatrici che porta, se superiamo l’idea di considerarlo solo come una minaccia.
Decadi di ricerche hanno mostrato come sia associato a depressione, ansia, sintomi fisici e malattie.
Stress ed emozioni positive
In anni più recenti si è prestata attenzione anche agli aspetti positivi e adattativi del processo in termini di crescita e trasformazione personale. Questo crescente interesse si correla con l’attenzione sempre maggiore che viene data alle emozioni positive, che possono avere un ruolo nel trasformare gli eventi stressanti in eventi positivi e di crescita personale.
Fredrickson (1998), per esempio, riporta come le emozioni positive siano importanti facilitatori adattativi e possano anche regolare le risposte allo stress agendo tre importanti funzioni:1)sostenere l’impegno; 2) dare “respiro”; 3) alimentare le energie di riserva.
L’idea che le persone possano sperimentare emozioni positive in situazioni di stress sembra controintuitiva ma le persone sperimentano emozioni positive anche nelle circostanze più difficili, così come, viceversa, possono essere estremamente abbattute in situazioni in cui non ce ne sarebbe ragione!
Come possiamo sperimentare emozioni positive nello stress?
Essenzialmente sono tre gli elementi che permettono questo passaggio: ridefinizione positiva del problema, coping focalizzato sul problema, e la creazione di eventi positivi.
La ridefinizione positiva del problema significa focalizzare quali sono gli elementi positivi nella difficoltà e include anche la scoperta delle opportunità personali di crescita; in questo modo troviamo, rispetto ciò che ci accade, un significato più ampio che permette lo sperimentare di emozioni positive. Certamente non tutte le forme di ridefinizione della situazione generano emozioni positive: per esempio potremmo accorgerci, nel farlo, che l’obiettivo che ci eravamo dati e per il quale siamo in costante tensione, non è realistico e che quindi il fallimento che stiamo incontrando, seppur doloroso, è provvidenziale. Anche se l’emozione che proviamo rispetto al fallimento non si può definire positiva, possiamo però affermare che l’aver compreso un diverso e più ampio significato avrà effetti positivi a lungo termine.
Il coping focalizzato sul problema include sia una ridefinizione cognitiva che una valutazione dei diversi elementi che possono sciogliere la tensione sottostante alla situazione. Offrirci l’opportunità di fare sport non competitivo, riportare l’attenzione al corpo e allaconsapevolezza corporea, garantirci occasioni piacevoli e di divertimento fa parte delle possibili strategie di coping sul problema.
In questo caso, oltre all’aspetto positivo delle singole attività, possiamo apprezzare proprio il fatto che, scegliendo qualcosa per noi stessi, riprendiamo padronanza nei confronti della nostra vita. Una delle fonti di stress è infatti anche proprio il senso di impotenza che alcune situazioni comportano. Riportare l’attenzione a cosa possiamo fare ci aiuta proprio a regolare questa sensazione di impotenza. Lowen riteneva che la padronanza di sé, insieme alla consapevolezza corporea e alla capacità di autoespressione, fossero alla base del nostro Sè corporeo.
La creazione di eventi positivi non significa necessariamente organizzare un evento megagalattico: molto spesso abbiamo bisogno di prestare un’attenzione più ampia alle piccole cose della nostra vita. Una telefonata di un amico, un buon piatto,un bel tramonto, il piacere di una passeggiata sono eventi positivi sempre a nostra disposizione: abbiamo solo bisogno di prestare attenzione intenzionale, momento per momento, per poterli apprezzare pienamente.
Ti è piaciuto questo articolo e vuoi approfondire? Scarica Stress, Positive Emotion and Coping, di S. Folkman e J. Tedlie Moskowitz, pubblicato su Psychological Science
© Nicoletta Cinotti