
Possiamo gradualmente lasciare cadere i nostri ideali a proposito di quello che dovremmo essere, o di quello che crediamo di voler essere, o di quello che crediamo che gli altri credano che noi vogliamo o dovremmo essere. Pema Chodron
Ogni tanto mi arrabbio. A volte, invece che la direzione della rabbia, prendo la strada della tristezza. Altre volte ancora sfido la legge di gravità e provo una gioia sottile e diffusa. Cerco di guardare alle mie emozioni con coraggio. Cerco di guardare alle emozioni degli altri con lo stesso coraggio. Da qualche parte mi è rimasta l’idea che le emozioni sono piuttosto pericolose. Eppure non possiamo farne a meno: colorano, inspessiscono, disegnano universi interiori e relazionali. Ho smesso di ribellarmi alle emozioni che provo. Lo facevo fino a qualche anno fa. Non dovrei provare questo o quest’altro. Adesso capisco che desiderare di provare un’emozione diversa da quella che provo era ostilità nei miei confronti. Confondevo gli effetti negativi di alcune scelte emotive con il diritto alle emozioni di esistere proprio così come sono. Non ha senso cercare di cancellare le emozioni perché non ci piacciono le conseguenze. Basta cambiare le conseguenze. Scegliere di agire diversamente. Tutte le nostre emozioni sono compassi dell’intimità: se le manipoliamo perdiamo il centro. Esploriamole, conosciamole e poi scegliamo cosa fare. Le strade della dis-regolazione emotiva le conosciamo già. Eccone alcune.
1. mettere distanza, evitando l’incontro;
2. chiudere il rapporto, evitando il dialogo;
3. vendicarsi, evitando il dolore;
4. sottomettersi, trattenendo il piacere;
5. ribellarsi, evitando la frustrazione.
Disegnano distanza e vicinanza e quindi, alla fine, disegnano l’intimità con l’esperienza attraverso tanti piccoli cerchi. La punta del compasso è il cuore. È per quello che alcune di queste emozioni bruciano: puntano dritte al cuore.
Il vero motivo del mio interesse però è un altro: mi portano a guardare la mia psiche e la mia mente. Mi siedo lì, nelle mie emozioni e così vedo come funziona la mia mente – con le scelte di comportamento – e come funziona il mio cuore. Non c’è nient’altro che ci permetta, in un’unica azione interiore, tanta profondità e introspezione.
Imparare a darmi il diritto di provare quello che provo e scegliere come agire è stato un passo verso la libertà dal conosciuto. Un passo verso la libertà di scegliere che direzione prendere.
Pratica di mindfulness: Lavorare con le emozioni
© Nicoletta Cinotti Reparenting ourselves