
Vi è mai capitato si sentire quanto è importante qualcosa o qualcuno proprio nel momento in cui lo perdete?Credo che sia un’esperienza abbastanza comune. Fino a che è lì, davanti a noi, fino a che siamo sicuri (o crediamo di essere sicuri) che rimarrà dove lo abbiamo messo ci sembra scontato, neutro, banale.
Poi l’ipotesi o la realtà della perdita rendono quella persona, quella cosa, estremamente preziosa. Proprio quando non è più accessibile sentiamo quanto l’abbiamo amata. Ci sono diverse ragioni per cui succede. Capita spesso nei rapporti d’amore. Solo quando te ne vai, dopo che sei stato tante volte giudicato inadeguato, l’altro scopre che gli manchi e che eri importante per lui, per lei. Non so se vale la pena tornare indietro, credo che non ci sia una regola valida ma che sia, piuttosto, necessario discriminare le diverse situazioni e i diversi momenti.
Ci sono diverse ragioni per cui succede:
- abbiamo innestato il pilota automatico e non percepiamo più la realtà del presente. È come quando mangi una buona primizia: la prima ciliegia, il primo melone irrompono con il loro gusto. A fine stagione siamo molto meno attenti a sentirlo. La distanza e l’assenza rendono più nitida la percezione
- controlliamo attraverso la svalutazione. Molte persone usano un sottile quanto devastante strumento di controllo. Ti svalutano e, svalutandoti ottengono che ti impegni di più e controllano meglio le tue emozioni. Svalutandoti però distruggono anche le ragioni che ti portano a stare insieme a loro
- l’inizio e la fine di un amore, di qualcosa ci mettono in contatto con la vastità del nostro cuore, con la sua ricchezza, forza, grandezza. La fine ci apre, proprio come l’inizio e tutte le emozioni che abbiamo lasciato addormentate si risvegliano.
- colpiamo al cuore. sappiamo che svalutando colpiamo l’altro al cuore di ciò che gli è caro. Colpiamo il suo genio, la sua fiducia di essere in grado, di essere capace. Questo ha sempre un effetto: a volte produce sottomissione, a volte ribellione
Vale la pena tornare indietro?
Non c’è una risposta buona per tutti. Ho visto persone che sono tornate indietro e hanno cominciato su basi nuove, forti dell’aver finalmente sentito quanto l’altro fosse importante. Persone che hanno beneficiato di quanto avevano imparato dall’esperienza della temporanea separazione. Io, per me, non so rispondere ma credo che la risposta stia in quanto ho sentito ingiusta la svalutazione. Se mi è sembrata molto ingiusta è difficile che torni indietro.
Colpisci il tuo cuore. È lì che sta il genio. Alfred De Musset citato in Nothomb
Pratica di mindfulness; Praticare con la rabbia
© Nicoletta Cinotti 2018 La cura del silenzio
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