
Siccome siamo dei tipi ordinati vorremmo classificare tutto con precisione. Anche con le emozioni ci piacerebbe fare così: dare un po’ d’ordine in quel movimento disordinato che portano dentro di noi. Ma loro, le emozioni, sono sfuggenti e non sono affatto facili da classificare. A complicare le cose c’è il fatto che raramente proviamo solo un’emozione. A volte sono a strati sovrapposti, come le foglie di una cipolla. A volte sono intrecciate e facciamo fatica a distinguere la rabbia dalla tristezza, l’avversione dalla paura.
Nel corso della nostra vita si muovono come sciami o costellazioni e hanno una risonanza nel corpo e nella mente. Segnano una strada, un percorso di risposte che può accompagnarci con più frequenza. Forse abbiamo praticato di più certe emozioni rispetto ad altre e questa frequentazione ha dato una forma al nostro carattere perchè c’è un legame stretto tra emozioni e memoria. Quante volte una musica, un luogo, un sapore è capace di suscitare un ricordo con tutta la pienezza emotiva di un’esperienza presente e reale? Sono le nostre emozioni ad avere questa forza. Sono le nostre emozioni che ci fanno andare avanti. Le nostre emozioni che ci lasciano incastrati.
Perché a volte costruiscono una specie di diga che ci ferma sempre nel solito punto. Allora la pratica diventa la possibilità di costruire una chiusa di navigazione che colmi il dislivello che la nostra vita ha creato. Facciamo con la pratica proprio quello che facciamo quando incontriamo una chiusa: si apre una barriera e lentamente lasciamo che l’acqua colmi il dislivello per poter poi proseguire. Il momento in cui siamo nella chiusa è il momento in cui pratichiamo e l’acqua è la nostra consapevolezza che ci permette di colmare i dislivelli disegnati dagli errori, dalle emozioni difficili, dalle asperità del nostro carattere. Così, navigando sul Brenta non mi preoccupavo dell’orario in cui sarei arrivata. Non mi preoccupavo del fatto che con la macchina avrei fatto molto prima. Sapevo che quella navigazione colmava i dislivelli della vita.
Non solo è sempre il momento giusto. il curriculum di questa avventura che noi chiamiamo vivere, in cui la mindfulness può giocare un ruolo così cruciale, è sempre ciò che si manifesta in questo momento. Che ci piaccia o no. Jon Kabat-Zinn
Pratica di mindfulness: Be water
© Nicoletta Cinotti 2021 Il protocollo MBCT