
I primi tempi che guidavo mi dimenticavo spesso il freno a mano tirato. Avevo talmente paura che non mi accorgevo che c’era qualcosa che mi bloccava fino a che mi riprendevo e me ne accorgevo. La paura però è un po’ così: ci fa stare con il freno a mano tirato. Ci sentiamo bloccati ma non ci rendiamo conto di cosa ci blocca.
La cosa davvero interessante è la relazione che c’è tra paura e rabbia. Apparentemente sembrano due sentimenti contrapposti: in realtà sono connessi alle stesse catene muscolari nella zona dorsale solo che l’energia ha una diversa direzione. Nella paura porta al ritiro, all’interno, nella rabbia porta all’esterno. Fin qui niente di strano. La cosa però davvero interessante è cosa succede quando abbiamo tanta rabbia e non riusciamo ad esprimerla. Magari non riusciamo ad esprimerla perché è rabbia verso qualcuno di più forte e potente di noi. Oppure perché ci sembra così devastante da poter diventare distruttiva. Se blocchiamo l’aspetto espressivo della rabbia questa torna indietro sotto forma di paura. Perché un conto è provare un sentimento e un conto è esprimerlo. La rabbia tollera poco di non trovare canali espressivi. Canali espressivi che, a volte, sono impossibili. Allora, come un boomerang, torna indietro e si trasforma in paura.
Per molte donne è così: confondono la rabbia con la paura. O trasformano la rabbia in paura per non esprimerla. Per gli uomini – che brutta generalizzazione! – è diverso perché hanno più fiducia nei loro mezzi espressivi ma, anche per loro una rabbia che non viene espressa ma trattenuta può trasformarsi in paura. A volte addirittura in panico.
Cosa fare? Forse una buona idea sarebbe distinguere l’emozione dall’espressione e dalla padronanza, come suggerisce Alexander Lowen. Sono tre aspetti connessi ma che possono, per le alterne vicende dell’educazione ricevuta e delle vicissitudini della vita, separarsi. Ci sono persone per le quali l’espressione è un Jolly da giocarsi di rado e solo in casi di estrema necessità. E questa non è padronanza ma il solito vecchio controllo che la fa da padrone!
Sprechiamo tanta energia nel tentativo di nascondere chi siamo quando sotto ogni atteggiamento c’è il desiderio di essere amati, e sotto ogni rabbia c’è una ferita da guarire e sotto ogni tristezza c’è la paura che non ci sarà abbastanza tempo. Mark Nepo
Pratica del giorno: Supponi che sia accaduto un miracolo e che la tua vita sia quella che volevi, senza difetti. Se ciò accadesse, tu in che cosa cambieresti? Che cosa vorresti smettere, iniziare, fare di più, fare di meno? Che tipo di partner vorresti diventare? Quali qualità personali vorresti sviluppare? Scrivi la risposta a queste domande. Se c’è un divario tra come sei e come diventeresti se avessi la vita che vuoi, hai già fatto il primo passo. Hai una maggiore consapevolezza su cosa ti blocca e, forse, potresti anche avere qualche idea su come sbloccarti. Nota se la tua mente inizia a darti giustificazioni. Le giustificazioni sono come il freno a mano che mi dimenticavo di togliere per paura. Scrivi le tue giustificazione e ogni tanto guarda che effetto ti fa rileggerle.
© Nicoletta Cinotti 2019 Scrivere la mente