
Non ho troppe esigenze e non desidero la luna ma quando desidero qualcosa sono molto motivata. Mi organizzo, pianifico, faccio quello che è necessario e mi concedo anche una buona dose di impulsività. I desideri infatti sono belli anche per questo: ti spingono a prendere qualcosa e ti mettono in moto.
Non faccio lo stesso con i miei bisogni che, per qualche ragione, associo ai doveri. Li metto in fila, come soldatini e li faccio aspettare. Come se mi disturbassero. Come se avere dei bisogni fosse una cosa un po’ infantile. A volte mi rendo conto che travesto i miei bisogni da desideri per dargli finalmente un po’ di spazio ma non è proprio la stessa cosa. Il punto è che i desideri sono legati all’aspettativa del piacere e i bisogni, invece, alla mancanza di qualcosa o di qualcuno. Non è difficile così capire perché godono minor credito!
Penso che per anni ho tenuto i miei bisogni chiusi a chiave, come se fossero ospiti inopportuni, che potevano distogliermi da qualcosa di più importante. Che potevano distogliermi dalla realizzazione dei miei sogni. Adesso mi dispiace di averli trattati così male. Perché i bisogni son sempre un po’ bambini, mentre i desideri son sempre adolescenti e dell’adolescenza hanno la sfrontatezza e la sfida. Chissà se sono ancora in tempo a rispondere ai miei bisogni bambini, di certo non voglio più lasciarli inascoltati.
Nel mio cuore c’è un uccello azzurro che
vuole uscire,
ma con lui sono inflessibile,
gli dico: rimani dentro, non voglio che
nessuno ti veda. Charles Bukowski
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© Nicoletta Cinotti 2021 Reparenting ourselves. Ultimi giorni per l’iscrizione a prezzo ridotto al ritiro