
Come bioenergetici siamo passati dall’essere una perla rara nel campo della psicoterapia, ad essere un puntino nell’universo degli approcci corporei. Se negli anni ’50 l’idea di far alzare in piedi i pazienti dal lettino era piuttosto stravagante – e ci fece considerare dei comportamentisti – nel panorama attuale i nostri colleghi cognitivisti sono pienamente consapevoli dell’importanta del corpo e offrono una varietà di approcci corporei.
Cos’è cambiato nel lavoro corporeo?
La psiche è storica e le patologie psichiche nel tempo cambiano. Possiamo ancora usare lo stesso tipo di lavoro corporeo proposto da Lowen? Un lavoro corporeo per “caratteri forti” in cui l’aspetto muscolare è tonico e strutturato? Sembra proprio di no e questo in parte è dimostrato dal successo ottenuto, in campo clinico, dall’approccio della psicoterapia sensomotoria e dell’approccio al trattamento del trauma che propone un lavoro corporeo molto delicato. Così si apre la solita vecchia questione: siamo bioenergetici anche se non facciamo fare l’arco? Siamo bioenergetici anche se non facciamo urlare i nostri pazienti come se non ci fosse altra speranza che un lungo e prolungato suono?
Io direi di sì. Anzi direi che siamo bioenergetici proprio perchè abbiamo imparato che il corpo è unico e va rispettato nelle molte declinazioni espressive che ci presenta
E tu, collega bioenergetico, cosa ne pensi?
© Nicoletta Cinotti 2018