
Be vulnerable warrior o essere guerrieri vulnerabili
To be a spiritual warrior,
one must have a broken heart;
without a broken heart
and the sense of tenderness and vulnerability
that is in one’s self and all others,
your warriorship is untrustworthy.
Per essere un guerriero spirituale,
uno dovrebbe avere un cuore rotto;
senza un cuore rotto
e il riconoscimento di un senso di tenerezza e vulnerabilità
dentro di sè e in tutti gli altri,
il suo valore guerriero non è credibile.
Chögyam Trungpa Rinpoche
The Sacred Path of the Warrior. Ed. Shambhala
Nella Bhagavad Gita, considerata uno dei testi sacri dell’India, la vita viene paragonata ad una battaglia, nella quale Krisna (divinità legata al cuore, all’amore, alla purezza del sé, a Dio ) istruisce il guerriero Arjuna, preso dallo sconforto e dal desiderio di non combattere più, sulle tecniche (i rami dello Yoga) per liberarsi dall’attaccamento e giungere alla liberazione, una pace duratura e immortale. Lo Yoga è quindi uno strumento con il quale prepararsi alla vita e alle sfide di fronte alle quali essa ci pone.
Ecco perché si parla del praticante yoga come di un guerriero, un guerriero spirituale che lotta per trovare il giusto equilibrio tra il lasciare andare e l’aggrapparsi, combattere e arrendersi, desiderare e ottenere, vincere e perdere…
La via del guerriero
La via del guerriero è poi anche un modo nella tradizione buddista di C.T. Rinpoche per indicare il cammino di ciascuno verso l’illuminazione, dove quest’ultima non è altro che la saggezza data dalla capacità di stare nella nostra natura umana, con tutto quello che questo significa nel quotidiano, riconoscendone però la scintilla divina. Lo Yoga diviene in quest’ottica una pratica per allenarsi alla realtà, il saluto al sole prepara il nostro valore guerriero ad affrontare le piccole e grandi sfide, sofferenze che questa battaglia, che è la vita stessa, ci presenta. “La mente è alla continua ricerca di zone di sicurezza, ma queste si dissolvono una dopo l’altra e allora ci affanniamo a costruirne di nuove. Vogliamo sempre sapere che cosa ci aspetta…La via del guerriero è opposta ad essa, …è quando siamo totalmente aperti a qualsiasi cosa possa accadere senza tirarci indietro, senza fissarci su noi stessi…Fondamentalmente (quando) preferite la vita, la via del guerriero, alla morte””**
Come può l’esercizio fisico cambiare il nostro atteggiamento verso la vita?
La nostra natura umana ci porterebbe a sdraiarci sul pavimento e fare il minor sforzo possibile, quante volte lasciamo, o abbiamo lasciato, un’attività fisica perché troppa fatica, frustrazione, paura del cambiamento che l’esercizio fisico porterà nel nostro corpo/mente (anche se la paura è sempre ben nascosta e difficile da riconoscere nel suo sorgere!).
Lo Yoga, attraverso asana di difficoltà crescente ci permette di riconoscere e accrescere il potere che è in noi, il potere creativo, di essere, non l’esaltante potere di “Hulk” o dato da sostanze, soldi, potenza,… bensì potere in-corporato, reale, piccolo, concreto, che chiamo vitalità opposta alla paura di vivere*.
L’atteggiamento della pratica Yoga è insegnato dal respiro: “nulla da afferrare fino all’espirazione successiva”**, bensì lavorare per aprire il corpo affinché il respiro fluisca in esso e, viceversa, portare il respiro nelle nostre chiusure e rigidità, per ammorbidirle e fare spazio. “Il messaggio è che ognuno di noi possiede tutto il necessario per raggiungere la completa illuminazione. Abbiamo l’energia fondamentale che cresce in noi: talvolta si manifesta come chiarezza, talvolta come confusione…E’ il processo che ci porta a fare amicizia con noi stessi e col mondo, un processo che coinvolge non solo le parti che ci piacciono, ma tutta la realtà”**
“Things are always working out for me”
Questa è la novità data dalla connessione corpo-mente, “le cose sempre funzionano per me”, ovvero senza sforzo, aperti alla Grazia, impariamo a riconoscerla e a sperimentarla nel quotidiano con il cuore pieno di gratitudine.
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Incontro di presentazione del corso di Yoga e Bioenergetica 28 settembre alle 18.
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© Valeria Maggiali 2015