Abbiamo bisogno di un luogo in cui portare tutti noi stessi, anziché frammenti di noi; quei frammenti che pensiamo siano più accettabili o accettati.
Quel luogo non è un luogo fisico ma un luogo relazionale e avviene nello spazio dell’ascolto.
Quando questo accade, la relazione diventa una pratica di consapevolezza.
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