
In molte relazioni c’è un equivoco fondamentale: cerchiamo un partner ma vogliamo un genitore.Detto così può sembrare un’affermazione eccessivamente forte ma funziona proprio così. Siamo attratti da una persona in modo adulto e poi la vicinanza, il contatto, l’intimità fisica ed emotiva risvegliano anche i nostri bisogni affettivi irrisolti che, gradualmente, diventano più importanti di quelli adulti. O, quantomeno, più rumorosi e indisciplinati.
Finiamo per metterci nella stessa posizione che avevamo da bambini: per qualcuno vorrà dire che finiamo per essere ribelli e capricciosi. Per altri obbedienti e passivi. Per altri richiedenti e bisognosi e così via. Come facciamo per non cadere in questa trappola? Ci sono alcuni segnali. La perdita di interesse sessuale può essere uno di questi segnali ma quello che conta di più è un senso di insoddisfazione che va la di là della reale situazione che viviamo. Ci manca qualcosa ma non sappiamo bene cosa. Un po’ come succede quando una pietanza non è abbastanza saporita. Forse manca un po’ di sale, forse un po’ di pepe, forse qualche spezia.
Quel senso di mancanza interiore viene dai bisogni infantili irrisolti: è normale che qualcosa sia rimasto indietro nella nostra crescita. Nessuno diventa adulto con tutte le parti ben funzionanti e spesso sono proprio le parti che non hanno ricevuto abbastanza attenzione (o che ne hanno ricevuta troppa) le parti più vive di noi. Il punto è che questa non è una responsabilità del partner. Quel bambino aspetta la nostra attenzione, la nostra cura, il nostro affetto. Non facciamolo aspettare troppo perché ai bambini non piace per niente aspettare!
Se non mi trovi subito non scoraggiarti,
Se non mi trovi in un posto cerca in un altro,
Da qualche parte starò fermo ad aspettare te.
Walt Whitman
Pratica di mindfulness: La consapevolezza del respiro
© Nicoletta Cinotti 2019 Scrivere la mente nel territorio dell’amore