
Qualche anno fa, ad Harvard, si iniziò a tenere un corso sulla felicità. Era un’idea sperimentale e Shawn Achor e il docente che sosteneva questo progetto non avrebbero mai pensato di avere molti iscritti. Ad Harvard si studia seriamente e si cercano corsi che possano avere un’importanza prioritaria nella professione. Eppure ebbero tantissimi iscritti e il loro corso è diventato un format esportato anche nelle aziende. Non è solo perché a tutti interessa la felicità: è anche perchè gli ideatori centrarono un punto essenziale. È avere successo che rende felici oppure se si è felici si ha più successo?
La risposta – contrariamente a quello che possiamo credere è che la felicità – intesa come stato emotivo positivo soggettivamente definito – non è la conseguenza del successo. Piuttosto è uno degli elementi che predispone al successo. Così coltivare la felicità è uno dei modi per rendere la propria vita più ricca e creativa. Come fare?
Partiamo dagli ingredienti
Martin Seligman identifica tre elementi come componenti fondamentali della felicità: il piacere, l’impegno e il significato. Contrariamente a quello che potremmo pensare, passare da una situazione piacevole all’altra non basta per essere felici. Richiede che ci sia anche la possibilità di impegnarsi verso uno scopo e che le nostre attività abbiano un significato. Barbara Fredrickson ha sottolineato come, anziché entrare in una modalità di attacco e fuga, caratteristica delle emozioni negative, le emozioni positive offrano maggiori alternative rendendoci più riflessivi, creativi e aperti a nuove idee. Quindi hai un problema? Torna ad un momento felice, a quell’energia e a quello spirito e prova a far nascere da quello stato mentale le soluzioni alternative. Un piccolo guizzo di emozioni positive amplia le nostre capacità cognitive e fornisce un rapido e potente antidoto contro ansia e stress e questo migliora la nostra capacità di rispondere agli eventi.
Quindi se la domanda è “Viene prima l’uovo o la gallina?” La risposta è che viene prima la felicità! Quali elementi rendono più facile accedere ad uno stato mentale positivo e quindi alla felicità? Il programma di Harvard sottolinea sette elementi da tenere presenti. Vediamo insieme quali sono.
Primo ingrediente: meditate
Moltissime ricerche hanno dimostrato che non solo la pratica di mindfulness migliora il tono dell’umore ma produce un cambiamento duraturo a livello della corteccia pre-frontale sinistra (la parte del cervello responsabile della percezione degli stati mentali positivi). Per ottenere questi risultati – per strano che possa sembrare – non servono lunghe sessioni di meditazione: 5 minuti di pratica quotidiana sono sufficienti. La mente vaga – e la distrazione attiva pensieri legati alla rimuginazione e preoccupazione – ma tornare al respiro è sufficiente. Mille volte vaghiamo, mille volte torniamo al respiro.
La serenità guadagnata durante i momenti di pratica è duratura e migliora non solo il nostro senso di appagamento, migliora anche la nostra empatia.
Secondo ingrediente: la parte più piacevole di una attività è la sua attesa
Il momento in cui si registra un picco di endorfine è quando aspettiamo di fare un’attività piacevole (aveva ragione Leopardi che a questa attesa dedicò una poesia: Il sabato del villaggio). Una vita ricca di soddisfazioni immediate abbassa il livello di endorfine e, alla fine, conduce più alla noia che alla felicità. Programmare qualcosa che desideriamo e che dobbiamo aspettare ci rende, nell’attesa, impazienti ma più felici perchè attendere ricompense future innesca i centri del piacere nel cervello tanto quanto la stessa ricompensa positiva ottenuta dall’evento stesso.
Terzo ingrediente: Atti di gentilezza consapevoli
Gli atti di altruismo fanno diminuire lo stress e migliorano la salute mentale. Sonja Lyubomirsky autrice di How of happiness ha scoperto che persone a cui era stato detto di fare 5 atti di gentilezza al giorno erano, alla fine della giornata, più soggettivamente felici di persone dei gruppi di controllo che non avevano avuto questa indicazione. E questa sensazione di benessere perdurava anche nei giorni successivi. Provare per credere ma l’intenzionalità è fondamentale. Non vale ripensare alla sera a quanti atti di gentilezza abbiamo fatto durante il giorno. Vale scegliere intenzionalmente di fare 5 atti di gentilezza di cui siamo consapevoli nel momento in cui li facciamo.
Quarto ingrediente: trasmetti emozioni positive
Lamentarsi, sottolineare quello che non va non funziona. Trasmettere emozioni positive sì: vedere in ogni situazione l’aspetto positivo ci rende più pronti a vederne altri similmente positivi e mette i nostri interlocutori in un diverso stato d’animo. Meno scene violente alla televisione – o meglio meno televisione – contribuisce alla nostra felicità. Ossia cerchiamo di modificare, fin dove ci è possibile, l’ambiente circostante per non assorbire delle negatività che non servono a niente se non a farci deprimere. Questo non vuol dire alienarsi dai problemi. Vuol dire valutare e scegliere meglio le informazioni, la loro credibilità e la loro necessità. A volte siamo inutilmente sommersi da informazioni negative che hanno solo l’effetto di alimentare una visione pessimistica della vita.
Quinto ingrediente: il corpo
L’esercizio fisico innesca la produzione di endorfine che inducono la sensazione di benessere, riduce l’ansia e lo stress e libera la mente. La parte di mindful movement nei protocolli mindfulness è semplice quanto essenziale. Proprio per questa ragione i vantaggi dell’attività fisica non si limitano a questo: migliora l’umore e diminuisce l’ansia. Una ricerca condotta con tre gruppi di pazienti depressi lo ha dimostrato in modo sorprendente. Ognuno di questi gruppi aveva una cura diversa: il primo gruppo assumeva antidepressivi, il secondo gruppo faceva 45 minuti di attività fisica tre volte alla settimana. Il terzo gruppo entrambe le cose. Dopo 4 mesi tutti e tre i gruppi fecero registrare significativi miglioramenti. Sei mesi più tardi il 38% delle persone che avevano solo assunto farmaci ebbero una ricaduta. Il tasso di ricaduta del gruppo che aveva fatto farmaci ed esercizio fisico era del 31%. Il tasso di ricaduta del gruppo che aveva fatto solo attività fisica era del 9%!
Sesto ingrediente: spendete soldi ma non comprate cose
Le emozioni che otteniamo da oggetti materiali sono effimere e frustranti mentre spendere soldi per condividere con altri emozioni positive rafforza i legami sociali e genera emozioni positive più durature. Spendere per concerti, cene con amici, viaggi di piacere offre emozioni positive più stabili dell’acquisto di una borsa costosa. Stessa cosa vale per la spesa pro-sociale, ossia per le donazioni liberali ad enti ed associazioni filantropiche.
In uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Pnas alcune persone hanno avuto la facoltà di spendere del denaro o per attività in grado di far risparmiare loro tempo (pulizie di casa, servizi di ristorazione per evitare di dover cucinare, etc.) o per l’acquisto di beni materiali.I risultati mostrano inequivocabilmente che chi spende denaro per attività immateriali è più felice perchè “guadagna tempo per se stesso”.
Settimo ingrediente: mettete in pratica un punto di forza
Ognuno di noi sa fare bene qualcosa. Ogni volta che usiamo una nostra abilità abbiamo una esplosione di positività.
Mettere in pratica un punto di forza contribuisce alla prosperità. Vuoi sapere qual è il tuo punto di forza. Partecipa all’indagine globale www.viasurvey.org e avrai un test che ti consente di vedere quali sono i tuoi punti di forza. Ci sono due scelte che puoi fare : un test è gratuito e dà ottime indicazioni per capire a quali aree appartengono le tue capacità. L’altro è a pagamento e fornisce anche una relazione scritta di valutazione. già fare il test gratuito è sufficiente. Più vengono utilizzati i punti di forza nella vita quotidiana e più si è felici.
In conclusione, man mano che eserciterete questi punti di forza e gli altri ingredienti indicati ne “Il vantaggio della felicità”vi sentirete meglio e questo miglioramento del vostro umore vi renderà più accessibile la realizzazione alla quale ciascuno di noi aspira!
© Nicoletta Cinotti 2018
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