Il Pilota automatico
Mindfulness Lab
Il pilota automatico e l’attenzione
La nostra mente è fatta come un imbuto: raccoglie molte informazioni che poi arrivano a una strettoia, la cosiddetta memoria operativa, quella che ci consente di usare queste informazioni selezionandone solo una parte.
Se abbiamo troppe informazioni, la memo- ria operativa trabocca e noi cominciamo a sentirci sovrastati dalla quantità di informa- zioni raccolte. Queste ultime devono infat- ti fare i conti con i limiti della nostra memo- ria operativa. Tutto ciò può avere due effetti su di noi: o ci sentiamo stressati, e abbiamo la sensazione che la vita ci scivoli dalle dita, oppure finiamo per congelarci diventando sempre più indecisi e meno consapevoli.
Quando ci sentiamo così, cercare di uscire dal blocco aggiungendo informazioni è dannoso. Piuttosto è il momento di “praticare pausa”, che non significa prendere un caffè, ma prendere uno spazio di consapevolezza.
A breve termine, il pilota automatico permette di estendere la memoria operativa e di imparare delle abitudini. Ciò avviene grazie alla ripetizione. La mente collega tra loro le azioni necessarie e ci permette di concludere un compito con velocità e grazia.
Facilmente, però, le abitudini prendono il sopravvento, perché sono collegate tra loro come anelli di una catena. Così succede che usciamo di casa con l’intenzione di cambiare strada per fare una commissione prima di arrivare in ufficio ma ci ritroviamo a percorrere lo stesso itinerario senza aver fatto la commissione perché, distrattamente, abbiamo seguito la nostra abitudine. Tranquilli: non è Alzheimer! È lui: l’amico pilota.

Se non stiamo attenti, gli automatismi prendono il sopravvento e possono assumere il controllo della nostra vita in tanti modi diversi, apparentemente insignificanti. Con il passare del tempo queste catene di abitudini innescate dal nostro pilota automatico possono togliere sapore e consapevolezza. Per questo, ogni tanto, è importante cambiare abitudini
Il dis-abituatore