Nell’approccio mindfulness based le illusioni sono delle interferenza alla consapevolezza che forniscono una prospettiva della nostra esperienza che può essere anche radicalmente diversa da quello che la nostra esperienza è in realtà. Insieme alla delusione, all’attaccamento – inteso come aggrapparsi – e all’aggressione costituiscono dei veli spesso interconnessi tra di loro e interdipendenti.
Quando ci illudiamo è quasi inevitabile provare una delusione che esprime la reazione alla discrepanza tra la realtà e quello che pensavamo. Spesso l’aggressività interviene a proteggerci proprio da questa discrepanza ed esprime il nostro attaccamento ad un’idea con la quale ci identifichiamo strettamente.
La connessione tra questi elementi è spesso così sottile e rapida che non siamo in grado di riconoscerla e passiamo direttamente all’espressione e ad una reazione inconsapevole. Per questa ragione cercare di comprenderlii spesso comporta una buona dose di rallentamento. Ossia lo sviluppo di una capacità di leggere ciò che è avvenuto in tempi molto più lenti del solito.
L’illusione
L’illusione è una percezione sbagliata e molto spesso riguarda il considerare la propria esperienza come immutabile, permanente e solida. L’illusione di non cambiamento e di solidità delle cose e delle esperienze interne è molto forte e spesso è addirittura difficile da comprendere cognitivamente. Siamo così abituati a pensare in termini di immutabilità che l’idea di un flusso in continuo cambiamento ci appare piuttosto estranea.
Quando i nostri atteggiamenti ripetutamente collidono con il flusso dell’esperienza reale, la risposta è spesso di sofferenza.
La vita non è una illusione
L’idea filosofica che la vita sia un illusione può esserci piuttosto familiare ma in realtà ciò di cui sto parlando è piuttosto diverso. La vita in se non è illusoria. E’ il modo con cui percepiamo le cose che può esserlo e che può produrre sofferenza.
Se guardiamo uno degli oggetti che abbiamo di fronte ne possiamo vedere le sue caratteristiche di base: colore, dimensioni, tessitura del materiale e così via. Se dopo averlo guardato chiudiamo gli occhi, nel momento in cui li riapriamo non noteremo nessuna differenza perché i nostri sensi non percepiscono i molti e sottili cambiamenti che anche un solo minuto può creare. E’ come se fossimo “sordi” a questa frequenza di cambiamento, come avviene per gli ultrasuoni, che noi non udiamo ma che i nostri amici cani sentono benissimo.
L’oggetto che abbiamo scelto di guardare non è una illusione ma i nostri sensi non sono in grado di percepire i sottili cambiamenti che avvengono e costruiamo un senso di immutabilità e solidità che non corrisponde alla realtà delle cose.
Questo esempio non è vero solo per gli oggetti inanimati ma anche per le relazioni, le persone e per le nostre stesse esperienze. Le percepiamo sottolineando di più gli elementi di continuità che quelli di cambiamento e questo ce le fa percepire solide, permanenti ed eterne.
Comprendere che questo dipende da una fallacia percettiva è essenziale per riuscire a vedere le cose come sono nella loro realtà non illusoria.
Prendiamo adesso ad esempio i nostri pensieri: che pensieri avevamo 10 minuti fa? o 30 secondi fa? o 10 giorni fa? Probabilmente non riusciremo che a fatica a ricordare quelli di 30 secondi fa, anche se ogni volta ci sembra di pensare cose molto importanti. Dove vanno a finire questi pensieri dimenticati? Esistono ancora? No, anche se nel momento in cui li abbiamo pensati ci sembravano grandi ed immutabili realtà su di noi e sulla vita. In realtà le nostre emozioni ed i nostri pensieri sono nel flusso del cambiamento e quindi variano a volte anche momento per momento.
Solidificare l’esperienza
Attraverso i sensi noi possiamo distinguere diverse esperienze percettive. Possiamo distinguere molte sfumature della realtà mentre la nostra corteccia elabora questi stimoli per trasformarli in informazioni. Informazioni che spesso diventano categorie generali. Un albero diventa così un’etichetta per un grande numero di cose. Rinforzando così la sensazione di immutabilità e solidità dell’esperienza.
La minaccia della realtà
Ogni volta che qualcosa mette in discussione questo senso di solidità, permanenza e stabilità , l’effetto che ha su di noi è simile ad una minaccia. Una minaccia che può attivare una risposta del ramo simpatico del sistema nervoso autonomo, che è quello che si attiva in risposta alla paura.
Questa attivazione rinforza un circolo vizioso: più ci spaventiamo più è forte la risposta del sistema nervoso autonomo. Più questa risposta è forte, più è facile che rispondiamo con la paura agli stimoli che sentiamo dissonanti.
Lo scorrere del tempo
Il problema è che le cose sono in parte solide, e in parte in flusso e cambiamento. Noi siamo noi eppure siamo continuamente diversi. La difficoltà sta proprio in questa unione della sensazione di continuità con la sensazione di fluidità che è necessaria perché la realtà venga percepita nella sua essenza e perché i cambiamenti e le discrepanze non vengano viste come minacce. La mindfulness ci invita proprio a fondere questo senso di flusso e di stupore per il continuo cambiamento con la conoscenza degli elementi di stabilità e continuità.
Le esperienze “solide”
Quando abbiamo paura è come se congelassimo la nostra esperienza nel tempo e nello spazio, creando una illusione di noi e della nostra esperienza come solida e permanente. Come risultato, continuiamo ad interagire con noi, con gli altri e con la situazione, come se fossimo congelati.
Pensiamo a cosa accade se veniamo morsi da un cane, quando siamo bambini. Cresciamo, diventiamo grandi ma un cane può ancora suscitarci quella stessa reazione di paura e paralisi anche a distanza di trent’anni. Perché l’esperienza è rimasta congelata a causa della paura e ha attraversato il tempo e lo spazio congelata, interferendo con la nostra capacità di nuove risposte.
Solidificare le esperienze in questo modo non lascia spazio per aprirci a nuove esperienze o a nuovi significati e ci lascia intrappolati in un circolo di reazioni basate sulla paura.
Noi siamo come un fiume: una serie di momenti connessi in una continuità. Ma se guardiamo più in profondità ciò che ci accade oggi è diverso da quello che accadeva ieri o anche solo stamani. La vita cambia, momento per momento e quando accettiamo la realtà del cambiamento e dell’impermanenza, sperimentiamo la vita come un flusso e possiamo rispondere con maggiore flessibilità e compassione.
A cura di nicoletta cinotti
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