
La riduzione dello stress
Il programma MBSR nasce negli Stati Uniti alla fine degli anni ’70, dal lavoro di Jon Kabat- Zinn alla facoltà di Medicina del Massachussets, una delle facoltà dell’eccellenza medica.
È stato sviluppato dopo lunghe riflessioni, radicate nella sua pratica personale e legate ad un tema basilare “come si possono portare i benefici della pratica di consapevolezza a più persone possibile, contenendo la spesa nel sistema sanitario?”. Negli USA, con il sistema delle assicurazioni, l’aspetto economico non è di poco conto. La pratica meditativa aveva portato grandi benefici nella sua vita e serviva una maniera per proporla a tutte quelle persone che il sistema sanitario non riusciva a gestire. I primi pazienti inclusi in questi programmi furono infatti soggetti con dolore cronico, burn out, patologie cardiache e altissimi livelli di stress.
Kabat Zinn accentrò la sua attenzione su cosa succede quando siamo sottoposti ad uno stress – sia legato ad una malattia fisica che ad un disagio psichico-. Lo stress altera la nostra capacità di rispondere adeguatamente agli eventi innescando un circolo vizioso difficile da sciogliere.
Quando lo stress produce un circolo vizioso
Il programma MBSR si inserisce proprio qui, nel punto in cui il nostro stress ci mette in un circolo vizioso, aprendo uno spazio delimitato di tempo – 8 settimane – per rallentare, diventare consapevoli e imparare ad utilizzare degli strumenti che possono esserci utili per tutta la vita. Tutto questo messo in pratica attraverso esercizi imparati durante gli incontri e ripetuti a casa.
Si parla di pratica
Si parla di pratica: un modo saggio per affrontare le sfide della vita di tutti i giorni con un’ottica diversa. Si usano elementi già presenti in noi che non aspettano altro che essere“allenati”. L’efficacia di questo programma è stata tale che ad oggi viene applicato in centinaia di ospedali negli Stati Uniti e nel mondo. Viene anche usato come terapia complementare d’eccellenza per molti disturbi fisici, psicosomatici e psicologici.
La fama della mindfulness e del protocollo, però, non si deve solo a Kabat-Zinn praticante e insegnante di yoga, ma anche a Kabat-Zinn ricercatore, dottorato con un premio Nobel (Salvador Luria) e impegnato in una delle università più prestigiose degli Stati Uniti, la UMASS. Proprio queste caratteristiche hanno permesso di far avvicinare il modo occidentale, “affamato” di rigore scientifico, con le pratiche orientali su cui la mindfulness si fonda.
Come si struttura il protocollo
Il protocollo MBSR si articola in un programma di otto settimane finalizzato a insegnare ai pazienti come coltivare uno stato di consapevolezza non giudicante dei propri processi mentali, emotivi e fisici, mediante l’attenzione ad oggetti di contemplazione (come il respiro) e semplici esercizi corporei. La graduale applicazione di questa pratica nella vita quotidiana aiuta a riconoscere i propri segnali di stress e affrontarli in modo creativo e libero da automatismi controproducenti, andando ad aumentare lo spazio fra la percezione dello stimolo stressante e la risposta e di fatto portando ad una minor reattività (Kabat-Zinn, J. 1990).
Ma cosa vuol dire mindfulness?
La parola Mindfulness – traducibile con “consapevolezza” – si riferisce ad un particolare stato di presenza mentale caratterizzato da attenzione e consapevolezza al momento presente in maniera non giudicante. Con non giudizio si va ad intendere la presa di consapevolezza della presenza di giudizi nel modo di pensare e la non identificazione con essi. Queste qualità, presenti in ciascuno di noi, possono essere coltivate e sviluppate in maniera sistematica grazie a specifiche pratiche estrapolate dalle tradizioni meditative. La Mindfulness, pur affondando le sue radici nelle pratiche contemplative presenti in molte tradizioni spirituali, in particolare in quella Buddhista e Yogica, è rigorosamente laica e priva di qualsiasi misticismo. Si sottopone alla valutazione dell’efficacia della pratica con metodo scientifico, connettendosi alla moderna scienza cognitiva e alle neuroscienze (Ludwig, D.S., Kabat-Zinn, J. 2008).
L’interesse di ricerca
Oggi l’interesse del mondo scientifico verso le pratiche Mindfulness-Based è in continua crescita e verte su due filoni di ricerca principali: uno di indirizzo clinico, finalizzato a verificarne in modo sempre più accurato i campi di applicazione, l’altro di indirizzo neuro-scientifico, volto a ricercarne le basi neurofisiologiche. Il numero di pubblicazioni scientifiche che hanno per oggetto la Mindfulness è passato dal primo lavoro pubblicato nel 1982 ai circa cinquanta nel 2003 fino a quasi settecento nel 2015 ed è tutt’ora in aumento esponenziale (Fjorback, L.O. et al. 2011; Fjorback, L.O., Walach, H. 2012; Lakhan, S.E., Schofield, K.L. 2013).
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