In teoria la nostra considerazione di noi stessi dovrebbe avere radici interne e dovrebbe essere nutrita dagli scambi con l’esterno. Le nostre radici avrebbero il compito di sostenerci, darci autonomia, indipendenza di pensiero, senso di identità e le nostre relazioni dovrebbero aprire il panorama della mente arricchendolo di stimoli e permettendoci di imparare da questi stimoli. In teoria tutto sarebbe bello (Condizionale). Tutto sarebbe bello se in questo scambio tra interno ed esterno non ci fossero impicci.
In pratica, molto spesso, facciamo dipendere la nostra autostima dall’approvazione che riceviamo dagli altri. Gli altri ci trattano bene, abbiamo successo, le cose vanno a gonfie vele e noi abbiamo una solida autostima. Gli altri ci trattano male e noi, giorno dopo giorno, incominciamo a diventare più insicuri del nostro valore e della forza delle nostre radici.
Le relazioni che nascono con lo scopo di sostenere la nostra autostima nascono viziate in un aspetto fondamentale: diventiamo dipendenti dal parere dell’altro e quindi perdiamo non solo autonomia, ma anche libertà.
Sbagliare, avere difficoltà, incomprensioni, tensioni relazionali è normale. Non significa che non abbiamo valore. Significa che possiamo imparare. Far dipendere il nostro valore dall’approvazione ci espone ad una sequela di difficoltà, ci costringe ad essere performativi e competitivi in un modo che non ha davvero senso. Far dipendere l’autostima che abbiamo dall’approvazione che riceviamo dagli altri ci mette nella peggiore dipendenza.
Non cerchiamo rassicurazione sul nostro valore. Non ne abbiamo bisogno se accediamo al deposito di compassione. Che esiste sempre, dentro e fuori di noi. Basta cercarlo. Basta smettere di rimanere dipendenti da una relazione che ci svaluta.
La base di te e di me è il nostro sentimento di stima verso noi stessi. Il nostro Io rappresenta una manifestazione della vita e quindi dar valore a noi stessi è dar valore alla vita in tutte le sue forme. Virginia Satir
Pratica di Mindfulness: Self compassion breathing
© Nicoletta Cinotti 2016 Foto di ©alexcurrie
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