
Ci dicono da sempre che sbagliando si impara. Nessuno ci dice però come si fa ad imparare dai propri errori.Come se l’apprendimento fosse un processo spontaneo e naturale. A volte servono poche indicazioni, nate dall’esperienza di chi ha sbagliato prima di noi, per orientarsi.
Spesso l’errore nasconde un piano segreto: eravamo convinti che le cose si sarebbero svolte diversamente. Così riconoscere il piano segreto – detto anche semplicemente illusione – può essere utile.
Altre volte eravamo convinti che ci fosse una posizione diversa nel nostro interlocutore. Così essere certi di dov’è l’altro davvero – e non tanto di dove lo mettiamo noi – può essere parecchio utile.
Molte volte l’errore nasce dal dare qualcosa, dal fare qualcosa. Dall’aggiungere ingredienti alla realtà. Così domandarsi se quello che stiamo facendo è proprio necessario potrebbe essere una buona idea. Meno azioni, meno confusione.
Infine l’errore declina la legge della vulnerabilità. Mostra la nostra vulnerabilità e, mostrandola, ci permette di crescere. Perché se ci mettessimo in una condizione – ipotetica – di assenza d’errore ci metteremmo anche, senza saperlo, in una condizione di assenza di vitalità.
Non dimentichiamo che la legge dell’evoluzione darwiniana è la legge dell’errore. E che molti atti d’amore sono meravigliosi errori.
Possiamo combattere contro l’idea di fidarsi di nuovo di qualcuno o di qualcosa ma le persone continueranno a cercare di avere una relazione con noi il nostro cuore naturalmente, a dune certo punto di aprirà. Questo non nega il fatto che possiamo essere stati feriti prima ma non significa nemmeno che siamo destinati a fare sempre gli stessi errori. Lodro Rinzler
Pratica di mindfulness: Cullare il cuore
© Nicoletta Cinotti 2017 Verso un’accettazione radicale
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